Come hanno reagito gli utenti italiani al blocco di ChatGPT?

Il Garante Privacy italiano ha sollevato dubbi, OpenAI ha scelto di sospendere il servizio in Italia. Nella polarizzazione tra pro e contro rispetto al provvedimento abbiamo analizzato la reazione degli utenti e degli esperti

10/04/2023 di Ilaria Roncone

Una settimana che non dimenticheremo senz’altro e che traccia – a tutti gli effetti – la storia di ChatGPT nel mondo. La notizia è arrivata venerdì 31 marzo: il Garante Privacy italiano ha sollevato una serie di perplessità sul trattamento dati del chatbot e sulla concreta azione per impedire agli under 13 l’utilizzo del chatbot. La sera dello stesso giorno, come tutti abbiamo potuto verificare, OpenAI ha scelto di sospendere il servizio nel nostro paese.

La reazione degli italiani al blocco di ChatGPT

Nella giornata di lunedì abbiamo analizzato le reazioni del popolo italiano – tra utenti ed esperti di settore – alla reazione di ChatGPT in seguito alla nota del Garante Privacy italiano. C’è chi ha iniziato ad utilizzare le VPN (reti private virtuali che schermano la geolocalizzazione dell’utente che le usa) per continuare a conversare con ChatGPT o, ancora, chi ha esplorato una serie di alternative allo strumento (abbiamo parlato di Poe e di PizzaGPT, nata dall’idea di un italiano all’estero.

Passando anche attraverso le dichiarazioni della politica in merito alla faida Garante-ChatGPT, abbiamo indagato anche le opinioni di coloro che si sono detti contrari al blocco sostenendo – in soldoni – che non sia possibile censurare e arrestare il progresso. Per mettere un punto alla questione così come era stata messa sul piatto lunedì 3 aprile, infine, abbiamo chiesto il parere di Vincenzo Tiani, consulente esperto nell’ambito della protezione dati e delle politiche digitali che collabora con le istituzioni europee – per capire se sia giusto o meno questo blocco del chatbot.

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