Netflix dà la spinta a Calenda (a quasi 40 anni di distanza) per chiedere al ministro degli Esteri di Emanuela Orlandi
Il leader di Azione ha detto di aver visto la docu-serie Vatican Girl
03/11/2022 di Gianmichele Laino
Oggi Netflix è in grado di dettare l’agenda setting. Anche se si occupa di questioni che risalgono a circa 40 anni fa. La docu-serie Vatican Girl, infatti, ha spinto Carlo Calenda a muoversi sulla vicenda di Emanuela Orlandi, a spendere un lungo thread relativo alla storia della ragazza vaticana scomparsa a Roma nel giugno del 1983, a chiedere al ministro degli Esteri di attivarsi. Nonostante sul caso si siano spesi fiumi d’inchiostro, nonostante tutte le inchieste e il continuo richiamo dell’attenzione mediatica. Ora, è bastato un documentario di Netflix, a quanto pare, per ridestare l’attenzione della politica sul caso.
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Calenda su Emanuela Orlandi, la sua interpretazione del caso dopo la visione di Vatican Girl su Netflix
Ho visto su @NetflixIT il documentario su Emanuela Orlandi. Anche grazie al lavoro investigativo di @emifittipaldi è oramai chiaro che il Vaticano sa perfettamente cosa è accaduto a questa povera ragazza di 15 anni. È dovere dello Stato italiano pretendere la verità. pic.twitter.com/F88MefF4jL
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 3, 2022
Dopo il primo tweet in cui Calenda spiega di aver visto il documentario di Netflix su Emanuela Orlandi e dove esprime la sua indignazione per l’atteggiamento dello stato Vaticano in merito alla vicenda, il leader di Azione afferma: «Il grado di protervia e arroganza delle gerarchie vaticane – ha scritto su Twitter – anche davanti a prove documentali che attestano il coinvolgimento della Santa sede è inaccettabile. Siamo uno stato laico non una comunità di vassalli della chiesa. Chiederemo al Ministro degli Esteri di attivarsi». Ovviamente, non manca la polemica con chi – sempre su Twitter – fa notare (in maniera in verità inopportuna) che Emanuela Orlandi era una cittadina vaticana.
Il tema, piuttosto, è: serve una serie su una delle piattaforme OTT più in voga del momento per accendere l’attenzione della politica su una storia, fortissima e misteriosissima, che – per anni – è stata portata avanti esclusivamente dalla forza di volontà di una famiglia che non ha mai voluto accettare lo status quo, l’immobilismo e l’indifferenza delle autorità sul tema? Per quanto l’operazione sia molto divulgativa, infatti, la luce sul caso di Emanuela Orlandi non si sarebbe mai dovuta spegnere: serve davvero cavalcare un trend o sfruttare l’hype di un prodotto mainstream per posizionarsi a tutti i costi?
NB: L’articolo contiene opinioni personali dell’estensore