Siamo finiti: il Ministero dell’Istruzione costretto a smentire una bufala da «buongiornissimo kaffèèèè»

La nota ufficiale di Viale Trastevere

18/08/2020 di Gianmichele Laino

Cosa sono le bufale da «buongiornissimo kaffèèèè»? Quelle che si diffondono sulle chat di WhatsApp con il meccanismo della catena di Sant’Antonio, che non riportano alcuna fonte ufficiale e che prendono forma semplicemente per il fatto di essere trasmesse da un cellulare all’altro. È il caso, ad esempio, della bufala TSO studenti positivi in classe. Un messaggio su WhatsApp invitava i genitori a non prestare alcun consenso a isolare e a sottoporre a trattamento un ragazzo che dovesse risultare positivo a scuola, durante l’orario di lezione.

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Bufala TSO studenti, il ministero costretto a smentire

Il testo del messaggio, lo ripetiamo, è questo:

MIO FIGLIO RESTA A CASA Dal 24 settembre io nn autorizzo nessun personale della scuola o chi che sia, ad isolare o prelevare i miei figli se dovessero presentare improvvisamente qualche linea di febbre…. Nessun personale sanitario può prelevare mio figlio da scuola in mia assenza traumatizzandolo…. Se tutto vero ,non firmerò nessun foglio di autorizzazione che prevede questo tipo di trattamento…. Fino alla maggiore età io genitore sono unico tutore dei miei figlii…. Modificate queste direttive o i figli me li tengo a casa..😡😡 Copiate e incollate fermiamo questa direttiva.

Oggi, il ministero dell’Istruzione – visto la clamorosa diffusione di questa bufala – è stato costretto a rettificare e a smentire una circostanza del genere, forse per evitare di incorrere in nuove incomprensioni e problemi nella comunicazione (come è avvenuto, in passato, per il plexiglass tra i banchi).

Bufala TSO studenti, se un ministero deve smentire le catene su WhatsApp

«Sta purtroppo girando una grave fake news – si legge nella nota di Viale Trastevere – su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile “al ritorno al proprio domicilio” e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti».

Nessun TSO, insomma, nessuna prestazione di questo tipo: al contrario, il ragazzo che dovesse risultare positivo o che mostrasse sintomi compatibili con il coronavirus, dovrà rientrare a casa, mentre in classe scatteranno i protocolli per la profilassi. Davvero triste che si sia resa necessaria una nota del ministero per smentire una bufala di questa portata. Sembra quasi una legittimazione di una fonte assolutamente non autorizzata (se ci si prende la briga di diffondere una nota ufficiale). Ma che Paese stiamo diventando?

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