Cos’è BookTok e come si crea una sottocomunità del genere su TikTok

Come nasce una sottocomunità come BookTok? Partendo dalla definizione, abbiamo parlato con due creator (Megi Bulla e Valentina Ghetti), che del fare cultura sulla piattaforma hanno fatto un lavoro

14/06/2023 di Redazione Giornalettismo

Di BookTok avevamo già parlato in precedenza ma, visti gli ultimi sviluppi, vale la pena tornare su un argomento che oggi rappresenta qualcosa: il TikTok della cultura e per la cultura, infatti, ha trovato ufficialmente spazio anche sugli scaffali delle librerie (scrivendo BookTok il primo risultato che compare è la sezione di Mondadori che vende quelli che vengono definiti “i libri più chiacchierati sui social”).

BookTok è tante cose: nasce come hashtag e diventa una vera e propria sottocomunità della piattaforma che vede i contenuti incentrarsi su libri e letteratura. Tramite questo hashtag, su TikTok si discutono i libri letti, si danno consigli, si fa community attorno alla lettura in quello che è – a tutti gli effetti – un mega club del libro che è stato in grado di influenzare anche gli scaffali delle librerie più grandi e più celebri del mondo. Oltre a diventare, ovviamente, una parola inserita nella Treccani. Proprio di tiktoker e creator che si occupano (anche) di editoria e cultura Treccani ha scelto di avvalersi per diffondere competenza e consigli.

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BookTok e creator, come può nascere una sottocomunità

Tra i creator coinvolti nel progetto che ha visto Treccani e TikTok unirsi (“Da 0 a ∞: Pionieri digitali di oggi e domani”) ci sono anche Megi Bulla (@labibliotecadidaphne) e Valentina Ghetti (@valentina.ghetti) e, insieme, abbiamo fatto una riflessione. Considerato che BookTok è l’esempio perfetto di come TikTok possa non solo promuovere e veicolare ma anche creare cultura, quali sono – per due creator che uniscono il mondo dell’editoria e quello dei social – gli ingredienti per il successo e le nuove professioni a cui si dovrebbe puntare per entrare in questo ambito?

La prima risposta è stata quella di Ghetti: «Prima di tutto penso che sia qualcosa che parte da noi, l’interesse. Se noi non avessimo mostrato interesse rispetto a ciò di cui parliamo, se non avessimo mostrato come tutto ciò di cui parliamo è intessuto nella nostra quotidianità e nelle nostre vite, probabilmente non avremmo mai portato a creare una community, a creare qualcosa di interessante su cui lavorare».

Anche Megi Bulla evidenzia l’importanza della creatività alla quale, però, va aggiunto almeno un altro ingrediente: «Credo che la chiave sia la creatività. Sembra una cosa molto scontata, però è quello: la creazione di nuovi lavori parte da un qualcosa che prima non c’era. Perché non c’era? Perché mancava l’elemento chiave cioè tu e la tua creatività, la tua voglia di dire quello che stai dicendo. Non bisogna mai sottovalutare l’elemento creativo, non sottovalutare soprattutto il “magari, forse, perché no?”. Bisogna provarci, buttarsi, essere se stessi e poi nascono queste collaborazioni che dimostrano come, alle volte, di riesce».

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