Teresa Bellanova dice che la sugar tax è una “tassa sulla dolcezza”

Un tweet forte quello pubblicato da Teresa Bellanova. Il viceministro allo sviluppo economico ha infatti scritto che «la sugar tax è una tassa sulla dolcezza, ecco perché siamo contrari». E ha corredato il post con un video in cui, ospite di Tv2000, spiega i motivi che l’hanno portata a sostenere una tale affermazione.

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Teresa Bellanova: «La sugar tax è una tassa sulla dolcezza»

Nel suo intervento, Teresa Bellanova afferma: «La sugar tax è una misura che sarebbe dovuta partire il primo gennaio. È stato riconosciuto che bisogna darsi un po’ più di tempo e dovrebbe partire dal primo di ottobre. Io spero che riusciamo a spostare anche di questi tre mesi. Dico questo perché se fai una misura devi sapere qual è l’obiettivo che hai. Se è per fare cassa, devi sapere che mettendo la sugar tax stai determinando un incremento dei costi perché ci sono delle aziende che andranno in sofferenza. Quelle che possono utilizzare gli ammortizzatori sociali li utilizzeranno, per le altre il rischio è che facciano dei licenziamenti. Si parla di 5mila persone che vedono a rischio il proprio posto di lavoro», ha detto la ministra. «Per quanto riguarda l’essenza, il problema non è riconoscere che molto zucchero fa male alla salute, ma qui non parliamo di quantità, perché si fa una tassa piatta, per cui a parte l’acqua tutte le bevande vengono tassate. Ci sono delle bevande che si possono fare solo utilizzando lo zucchero analcolico: pensiamo ad esempio al Chinotto. Senza lo zucchero non si può fare. Io credo che noi non vogliamo mettere in discussione una filiera anche di qualità nel nostro Paese. Quello che ho chiesto agli altri partiti di maggioranza durante il Consiglio dei Ministri è che per quanto riguarda la tassa sulla plastica e quella sullo zucchero, che io chiamo la tassa sulla dolcezza, dobbiamo darci il tempo per mettere le imprese in grado di avviare processi di riconversione, di poter adattare il loro processo produttivo senza mettere in discussione i posti di lavoro».

[CREDIT PHOTO: ANSA/ANGELO CARCONI]

 

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