Le lacrime del governatore di Beirut davanti alla devastazione: «È come Hiroshima» | VIDEO

Si aggrava il bilancio di morti e feriti

04/08/2020 di Enzo Boldi

Il bilancio si aggrava e i numeri, vista la portata dell’evento, sono destinati ad aumentare nelle prossime ore. Per il momento il ministro della Salute del Libano ha parlato di almeno 25 morti (bollettino già aggiornata a 27, secondo i media locali) e di almeno 2500 feriti (di cui almeno 400 trasportati in ospedale e in gravi condizioni). Beirut è una città fantasma dopo la doppia esplosione che ha devastato la zona del porto (e non solo).

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Un dolore per le vite umane perse, per quelle a rischio e per una comunità che vive da anni sull’orlo di una crisi sociale e politica, culminata dall’instabilità provocata anche dall’avvento del Covid. E questa sofferenza si legge negli occhi di Marwan Abboud, governatore di Beirut, che davanti alle telecamere non riesce a trattenere le lacrime per quel che è appena accaduto nella sua città.

Beirut, le lacrime del governatore dopo la devastazione

Una scena paragonata all’esplosione delle bombe atomiche a Horoshima e Nagasaki. Beirut, purtroppo, era stata abituata a forti esplosioni. Le tensioni interne, infatti, sono spesso sfociate in rappresaglie militari e terroristiche con i cittadini sempre alle prese con la paura e il timore. Ma quanto accaduto oggi non ha precedenti nella storia del Libano.

Le cause dell’esplosione

Tra i 2500 feriti c’è anche un militare italiano che fa parte del contingente Unifil. Secondo le notizie rilasciate dal Ministero della Difesa italiano, l’uomo avrebbe riportato lievi ferite al braccio, mentre gli altri suoi colleghi sarebbero sotto choc. Mentre si prova a fare la conta delle vittime, si cerca di risalire alle cause. Inizialmente si era parlato di un attentato riconducibile alla sentenza attesa per i prossimi giorni per il processo sulla morte dell’ex premier Rafik Hariri. Da Beirut, però, fanno sapere che nella zona dell’esplosione ci sarebbe un deposito di materiali esplosivi.

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