La vera storia dei banchi “di Arcuri” ritirati perché “infiammabili”

La bufala è stata rilanciata dal quotidiano Il Tempo che non ha capito quanto scritto dal generale Figliuolo nella sua delibera: c'entrano le normative anti-incendio, ma non erano a rischio "fiamme"

08/10/2021 di Enzo Boldi

Bufale nuove, fiammanti. Nei giorni scorsi, il quotidiano Il Tempo – diretto da Franco Bechis – ha titolato in prima pagina: «La beffa dei banchi di Arcuri». Fino a qui si tratta di un fatto di “cronaca” riassunto in un titolo abbastanza criptico, ma efficace. Poi, però, l’occhiello prova a entrare nel dettaglio di questa vicenda: «I tavoli comprati per gli studenti sono pericolosi: vanno a fuoco». Si tratta, però, di una bufala. Sarebbe bastato chiedere a chi di dovere – come il Ministero dell’Istruzione – o leggere con attenzione la nota diramata dalla struttura commissariale diretta dal generale Figliuolo per capire come i “banchi infiammabili” non c’entrino nulla con questa vicenda.

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Eppure, tra edizione cartacea (quella venduta in edicola lo scorso 3 ottobre) e online (con tanto di “ripresa”, con gli stessi toni enfatizzati, da altri quotidiani di destra e da esponenti del mondo giornalistico che ammiccano in quella stessa direzione), Il Tempo si è perso e non ha mai smentito quella sua narrazione sbagliata sui “banchi infiammabili” ritirati. Neanche dopo l’intervento del Ministro dell’Istruzione Bianchi. E così troviamo tutto ciò.

Banchi infiammabili, prima pagina Il Tempo 3 ottobre 2021

E nell’edizione online, come ovvio – vista l’attinenza politica – non poteva mancare il pensiero della Lega (che, tra l’altro, fa parte del governo e quindi, prima di parlare, poteva chiedere al “suo” ministro – o direttamente a Figliuolo – un chiarimento su questa vicenda) che va ad acuire ancor di più la portata di questa bufala.

Perché non sono mancati riferimenti all’ex Ministra Lucia Azzolina, ovviamente senza alcun riscontro fattuale su questa storia dei “banchi infiammabili” ritirati. Una vicenda ripresa anche da Nicola Porro, noto giornalista Mediaset, sul suo sito.

Banchi infiammabili ritirati, la bufala pubblicata da Il Tempo

Fatta questa breve rassegna partita da Il Tempo, andiamo a spiegare perché la ricostruzione fatta dal quotidiano diretto da Franco Bechis sia molto fantasiosa. Ovviamente, questo deve essere il punto di partenza, il fatto che ci sia stato un ritiro di una discreta quantità di banchi è reale. Ma per quale motivo? La nota della struttura commissariale spiega: «A seguito di specifiche analisi merceologiche gli arredi hanno evidenziato la non conformità alle normative in materia di sicurezza antincendio, impedendone l’uso ed imponendone il ritiro dagli istituti ove erano stati distribuiti al fine di eliminare i possibili rischi in caso di incendio». Il concetto di “rischi in caso di incendio” è stato letto con troppa superficialità da parte del quotidiano romano.

La vera storia del ritiro

I “banchi infiammabili”, infatti, non sono banchi infiammabili. Quelle sedute monoposto – prodotte dall’azienda portoghese Nautilus che aveva partecipato al bando per la produzione di sedute destinate alle scuole durante la fase intermedia di questa lunga pandemia – sono state ritirate per motivi tecnici che afferiscono alle norme anti-incendio. Secondo i regolamenti (validi non solo per il distanziamento sociale all’interno delle aule), le dimensioni non dovevano superare una lunghezza di 60 centimetri. Invece, l’azienda portoghese ha consegnato prodotti della lunghezza di 74 centimetri. Ed è qui che entrano in ballo le norme anti-incendio: banchi troppo grandi, oltre a “riempire” le aule oltremodo, non consentono la creazione di corridoi per procedere con la “fuga di emergenza” in caso di incendio. Quindi i banchi sono stati ritirati per questo (un motivo comunque grave, visto che sono stati spesi soldi pubblici) e non per le narrazioni frettolose fatte da Il Tempo, ma Bechis non ha trovato “il tempo” di far inserire sul suo quotidiano la smentita ufficiale e la versione corretta di questa storia.

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