Nel 2021 +(quasi) 4mila domini .it nel settore «food» e agroalimentare e la crescita è senza precedenti

Crescono notevolmente i domini food nell'anno appena passato, mentre il trend dell'anno in corso è già ultra positivo

27/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Secondo quanto rilevato dal Registro.it , anagrafe dei domini Internet.it e organo dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa che dal 2016 ha dato vita – in collaborazione con il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e Infocamere -, ad un osservatorio permanente per analizzare lo stato dell’agroalimentare sul web, sarebbero quasi 4mila i nuovi domini – legati al settore dell’agroalimentare – registrati sulla piattaforma nel 2021. Aumentano i domini food sul web.

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Aumento domini food: crescita esponenziale nel 2021 ed l’aumento è in crescita nel 2022

Il Registro .it è l’organismo responsabile della gestione dei domini internet a suffisso .it. L’organizzazione opera all’interno dell’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa ed è responsabile dell’assegnazione dei nomi a dominio nel ccTLD (country code Top Level Domain). L’IIT svolge, promuove e valorizza le attività di ricerca. Dal 2018 il Registro gestisce la registrazione dei nomi a dominio edu. it, servizio esclusivo per le scuole italiane di ogni grado e ordine, pubbliche e paritarie. Oltre 1100 società specializzate nella fornitura di servizi Internet e nella gestione per conto di terzi delle pratiche sui domini.it sono tra i maggiori partners diretti del Registro. L’osservatorio permanente nasce per analizzare la diffusione di internet nei vari settori legati all’agroalimentare. Secondo Marco Conti, responsabile di Registro.it e direttore di Cnr-Iit, «quello dell’agroalimentare è un settore fondamentale per l’economia italiana ma siamo certi che questa circostanza trovi riscontro anche sul web? È per rispondere a domande come questa che, sei anni fa, è nato FINe, un osservatorio permanente dell’agroalimentare in rete capace di analizzare la diffusione sul web delle varie branche appartenenti al settore e la loro distribuzione a livello geografico».

Secondo le statistiche dell’organismo, di tutti i nuovi 3834 domini la gran parte (41,94%) attiene al settore della ristorazione, come offerta di servizi o di racconto e recensione. Dei 3834 nuovi domini afferenti all’agroalimentare registrati sul portale Registro.it nel 2021, infatti, circa il 41,94% è legato al mondo della ristorazione, il 12% a quello dei farinacei ed il 10,17% al vitivinicolo. Successivamente, troviamo i settori «altro agro» (caccia, cattura di animali, silvicoltura e utilizzo di aree forestali ecc.) al 9,05%, agriturismo al 5,63% e coltivazioni con il 4,90%. Globalmente la situazione non cambia: su 101.605 siti .it registrati nel settore dell’agroalimentare, il 37,8% è registrato nel settore della ristorazione, il 12,3% in quello vitivinicolo e l’11,3% in quello dei farinacei. Dopo di loro, i settori altro e agriturismo che si fermano all’8,3%.

Secondo quanto dichiarato da Maurizio Martinelli, primo tecnologo di Cnr-Iit, «l’Osservatorio è uno strumento molto utile per avere un quadro critico su come e quanto le aziende dell’agroalimentare sfruttino le potenzialità che offre loro la rete. Più in generale, è una fotografia attendibile per osservare come la situazione cambi nel corso del tempo all’interno del web agroalimentare a targa italiana, e questo non solo anno per anno, ma anche mese per mese, come possiamo osservare da questo primo scorcio di 2022, che in un solo trimestre presenta dei numeri più che incoraggianti». Analizzando un periodo di tempo più lungo, ovvero quello tra il 2016 e 2021, la crescita del settore è stata dell’8,4%, considerando già decurtate dal totale le cancellazioni nel medesimo lasso temporale, quindi molto positiva. Ciò pare di ottimo auspicio per l’anno in corso, che si è aperto in ulteriore crescita. Tra gennaio, febbraio e marzo (in corso) del 2022, infatti, sono stati creati 4.680 nuovi siti nel mondo dell’agroalimentare, così superando la cifra dell’anno scorso non solo nel medesimo trimestre, ma anche dell’intero 2021. Se si torna all’inizio, invece, cioè nel 2016, dei 93.730 siti registrati per l’agroalimentare, il 36,1% era sempre afferente al mondo della ristorazione, l’11,5% a quello del vino e l’11,3% a quello dell’agriturismo.

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