Chi potrà diventare uno dei 60mila assistenti civici previsti dal governo

Li vedremo a breve per le nostre strade, con una pettorina blu come quella mostrata dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia nella giornata di ieri, durante il suo collegamento con il Tg1. Si tratta degli assistenti civici, la nuova figura lavorativa che il governo si è inventato per aiutare sindaci e forze dell’ordine a far rispettare le regole sul distanziamento sociale in Italia, anche successivamente a questa prima fase di riaperture dopo l’emergenza coronavirus.

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Cosa sono i 60mila assistenti civici previsti dal governo

Gli assistenti civici saranno 60mila. E, dal momento che si tratta di una figura nuova, nata in conseguenza di una situazione molto particolare e peculiare come, appunto, l’epidemia di coronavirus, non ci potrà essere un background formativo di riferimento. Il governo, più che altro, punta a fornire assistenza a una serie di categorie – come i disoccupati o coloro che aspettano ancora una lavoro perché percettori di reddito di cittadinanza – che al momento si trovano particolarmente in difficoltà nell’attuale tessuto sociale.

Chi ha diritto a diventare assistenti civici e quali sono le procedure

«Si tratta di volontari che metteranno a disposizione dei loro Comuni fino a 16 ore settimanali – ha detto il ministro Boccia -, ma non saranno delle ronde, il paragone è inesatto». E arriviamo quindi ai criteri per diventare assistenti civici: essere percettori di reddito di cittadinanza, chi si trova in cassa integrazione o usufruisce di sussidi. In questa ottica, anche i pensionati potranno fare domanda per diventare assistente civico. Non ci sarà un vero e proprio stipendio ma ci sarà una copertura assicurativa da parte dell’Inail che potrà comunque fare da garanzia per le loro figure.

Il ministro Francesco Boccia ha spiegato che è escluso che gli assistenti civici possano avere il compito di polizia giudiziaria e non faranno multe o cose del genere. Semplicemente, nelle intenzioni del governo, dovrebbero aiutare i cittadini a rispettare le regole sul distanziamento sociale. La loro immissione in ruolo sarà gestita da Protezione Civile e comuni: l’ente guidato da Angelo Borrelli, in collaborazione con gli enti locali, stabilirà quante persone serviranno per ogni singolo municipio.

Non sono mancate le critiche al governo per questa istituzione. In tanti hanno affermato che quella dell’assistente civico sia l’ennesima forma di assistenzialismo prevista dallo stato italiano. Ma le critiche più penetranti arrivano dal lato della sicurezza e delle regole per il vivere comune: in tanti hanno il sospetto che questi assistenti civici possano trasformarsi, nonostante le rassicurazioni di Boccia, in una sorta di para-polizia, con i compiti di segnalare i comportamenti di altri cittadini loro pari, istituendo una specie di legge della giungla. Nei prossimi giorni si avrà un quadro più definito su quanto accadrà: per ora c’è solo chiarezza sulla famosa pettorina blu che li renderà riconoscibili. Dietro avrà l’indicazione “assistente civico”, davanti il logo della protezione civile e del comune dove queste persone presteranno il loro servizio su base volontaria.

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