La storia dello studio sugli asintomatici che non contagiano

Lo studio che sta circolando molto sui social, dal titolo A study on infectivity of asymptomatic SARS-CoV-2 carriers, è reale. Ma le facile conclusioni a cui è arrivato chi non l’ha letto fino in fondo – magari affidandosi a qualche volo pindarico che ha diffuso questa notizia – sono parzialmente errate. Il tutto parte da una pubblicazione arrivata dopo una rilevazione partita dal caso di un 22enne entrato in contatto con altre 455 persone. La facile conclusione a cui si è arrivati – con titoli sensazionalistici che ammiccano al complotto del distanziamento sociale inutile – è che gli asintomatici non contagiano. Ma non è propriamente così.

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Come spiega David Puente su Open – citando estratti dello stesso studio preso come esempio da molte persone – si parla di questo 22enne ricoverato in Ospedale per problemi cardiaci. Nonostante non avesse sintomi, è stato effettuato su di lui il tampone che ha confermato la sua infezione da Coronavirus. In contatto con lui, nel periodo della sua degenza, sono entrate 455 persone: 35 pazienti, 196 familiari e 224 operatori sanitari. Ovviamente, come da prassi, tutte le persone – tranne i medici e infermieri – sono stati posti in isolamento e quarantena.

Asintomatici non contagiano? Non è proprio così

Nessuno di loro, secondo questo studio, sarebbe rimasto contagiato. Solamente due persone, infatti, sono decedute dopo esser stati a contatto con il 22enne, non per Coronavirus ma per infarto. Il giovane era stato ricoverato per problemi cardiaci cronici e affanno respiratorio. Era risultato positivo al tampone per 5 giorni consecutivi, per poi risultare negativo nei successivi controlli. Lo studio, prima di arrivare alle conclusioni, spiega che – probabilmente – gli asintomatici abbiano un livello di contagiosità meno elevata rispetto agli altri. Questo vuol dire che il distanziamento sociale è inutile? No, perché nelle conclusioni è scritto espressamente: «Infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak. Effective prevention and control measures are helpful to prevent COVID-19 spread of asymptomatic carriers. The result of this study may alleviate parts of the public concern about asymptomatic infected people». Insomma, dispositivi di protezione (mascherine) e distanza prevengono il contagio, anche per quel che riguarda gli asintomatici.

Leggere sempre le conclusioni

Insomma, il tema degli asintomatici non contagiano è stato utilizzato come bandiera del nuovo movimento nato sui social, i NoMask, ma le conclusioni – in realtà – sottolineano come mascherine e distanziamento siano l’unica forma sicura per scongiurare i contagi. Occorre valutare, e questo viene ripetuto più volte nello studio, che questo studio si è basato su un qualcosa avvenuto in ospedale, un ambiente sanitario che rispetta determinate norme. Inoltre, come spiegato nel documento, tutte le persone che sono rientrate in questo ‘esperimento non voluto’ hanno utilizzato le mascherine.

(foto di copertina: da Pixabay)

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