Di Maio, reddito di cittadinanza in cambio di 8 ore (gratis) di lavoro: non sarebbe meglio pagare i migranti?

22/06/2018 di Redazione

La proposta del ministro del Lavoro Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza è stata rilanciata quest’oggi al congresso della Uil, dopo che era rimasta in cantina per un po’ di tempo. La misura specifica riguarda la possibilità, per il beneficiario del reddito di cittadinanza, di offrire gratis al proprio comune di appartenenza 8 ore a settimana di lavoro, in attesa del completamento della sua formazione e della ricerca di un nuovo impiego.

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Reddito cittadinanza e le 8 ore a settimana di lavoro gratis nei comuni

La domanda, quindi, sorge spontanea. Se per dare qualche beneficio alla pubblica utilità è necessario, per i partecipanti al programma del reddito di cittadinanza, offrire le loro prestazioni gratuitamente alle amministrazioni locali, non sarebbe meglio fare la stessa cosa (ma con un contratto in regola) per i migranti che vengono ospitati nelle strutture d’accoglienza?

Le cifre, infatti, sono più o meno equivalenti. Sommando i famosi 35 euro al giorno – che vengono destinati alle cooperative – e la somma delle operazioni legate al soccorso e alla registrazione dei migranti, il governo può arrivare a spendere circa 2000 euro al mese per ogni persona accolta nel nostro Paese. Il reddito di cittadinanza, oltre a prevedere una somma di 750 euro al mese per ogni avente diritto, comporta anche una maggiore spesa per l’adeguamento dei centri per l’impiego e per l’avvio dei programmi di formazione per i lavoratori. Se si conta, poi, che le persone che avranno benefici dal reddito di cittadinanza sono molte di più rispetto ai migranti accolti, ecco giustificati i costi diversi per il bilancio dello Stato (14 miliardi previsti per il reddito di cittadinanza, contro i 5 miliardi dei costi dell’accoglienza).

Reddito cittadinanza, ma non è più conveniente strutturare diversamente l’accoglienza dei migranti?

Ma allora, a questo punto, non sarebbe meglio far svolgere dei lavori di pubblica utilità ai migranti (non soltanto per 8 ore a settimana, ma magari per 8 ore al giorno), regolarizzandoli con un normale contratto di lavoro e sottraendoli alla gestione delle cooperative? Se possiamo permetterci il reddito di cittadinanza e contemporaneamente l’accoglienza (sarebbe impensabile rinunciarvi, nonostante le parole di Matteo Salvini) per avere lo stesso risultato (i lavori di pubblica utilità nei comuni), perché non studiare un piano di inserimento e di inclusione dei migranti, tale da permettere loro di gestire i loro risparmi, integrarsi e spendere sul territorio?

[FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI]

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