Roma. Morì a causa di una buca, ora in 5 rischiano il processo

13/04/2018 di Redazione

A Roma, nel 2012 un giovane di 20 anni morì a causa di una buca sul manto stradale lungo via Cristoforo Colombo, nel quartiere Eur. Dopo l’impatto, andò a sbattere con il suo motorino contro una colonna di marmo.

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Ora cinque tra dirigenti all’epoca del comune di Roma e imprenditori rischiano di finire a processo con l’accusa di omicidio colposo. Il pm Francesca Passaniti ha infatti notificato agli indagati l’atto di chiusura delle indagini, che nella pratica precede la richiesta di rinvio a giudizio.

Le persone coinvolte sono Maurizio Viola (dirigente dello Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Campidoglio) e i suoi dipendenti Stefano Serafini e Savino Senisi; Giuseppe Mapei (presidente del Consorzio Stabile Roma Scarl) e l’ingegnere Carlo Giorgi (direttore tecnico del cantiere).

In particolare Giorgi è accusato di avere assunto “formalmente l’incarico di responsabile della sorveglianza”, ma di avere poi delegato la mansione a Pietro Tonanzi (ora deceduto), “soggetto senza requisiti e competenze tecniche che non aveva la qualifica di geometra o ingegnere come richiesto”.

I dirigenti comunali, da canto loro, avrebbero violato “i doveri di controllo e direzione dell’appalto – è scritto nell’atto di chiusura indagine – in ordine all’individuazione dell’effettivo e reale responsabile della sorveglianza di fatto svolta da persona diversa da quella indicata nel contratto (dove si faceva riferimento al direttore tecnico, Carlo Giorgi), priva di requisiti di professionalità richiesti, e quindi inidonea a svolgere l’incarico”.

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