Il principe ereditario dell’Arabia Saudita vuole due Stati per israeliani e palestinesi

In una lunga intervista rilasciata su The Atlantic prima delle proteste che hanno coinvolto la Strisca di Gaza il 30 marzo scorso, il principe ereditario dell’Arabia Saudita Muhammad Bin Salman ha dichiarato di non essere contrario alla possibilità di avere due Stati indipendenti per Israele e Palestina.

L’apertura a questa possibilità, che rimane assai remota alla luce dei contrasti e delle guerre che da settant’anni a questa parte stanno coinvolgendo i due popoli, sa di avvenimento storico.

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È la prima volta, infatti, che un leader arabo-musulmano riconosce un diritto “ancestrale” allo Stato di Israele. Fino al 2 aprile, giorno della pubblicazione dell’intervista di Jeffrey Goldberg, i leader arabi moderati si erano limitati a constatare l’esistenza del Paese ebraico.

Sul capitolo Israele il principe ereditario di Riyad ha dichiarato:

Credo che tutti i popoli, ovunque, abbiano il diritto di vivere in una nazione in stato di pace. Penso che i palestinesi e gli israeliani abbiano il diritto di avere la loro terra. Abbiamo un accordo di pace per assicurare la stabilità per chiunque e per avere relazioni normali. Manteniamo riserve religiose sul destino della Moschea a Gerusalemme e sui diritti della popolazione palestinese. Ma non abbiamo nessuna obiezione contro altre popolazioni. Il nostro Paese non ha problemi con gli ebrei. Il nostro profeta Maometto ha sposato una donna ebraica. Non una semplice amica – l’ha proprio sposata. I vicini del nostro profeta erano ebrei. Troverete molti ebrei in Arabia Saudita da America ed Europa. Non ci sono problemi tra cristiani, musulmani ed ebrei. Abbiamo problemi come chiunque altro nel mondo tra alcune persone. Ma sono problemi normali.
Israele è una grande economia comparata alla sua taglia ed è un’economia in crescita, ci sono molti interessi che condividiamo con Israele e se ci fosse la pace potrebbero esserci molti interessi tra Israele, il Consiglio di cooperazione del Golfo e paesi come l’Egitto e la Giordania.

Le parole di Muhammad Bin Salman arrivano in un momento che potrebbe essere definito di transizione per l’Arabia Saudita. Il figlio del re Salman ha ormai preso le redini del potere ed è impegnato in un lungo processo di modernizzazione del Paese. La visita negli Stati Uniti del 19 marzo 2018 è servita a presentare il programma di riforme economiche Vision 2030, mirato ad allentare la dipendenza di Riyad dal petrolio. Tra le personalità incontrate, oltre al presidente Donald Trump, ci sono state il Ceo di Apple Tim Cook e Bill Gates.

Questo riposizionamento a favore di Israele è da leggersi in ottica anti-Iran, rivalità ben chiarita nel corso dell’intervista quando ha descritto la Guida suprema del Paese Islamico Ali Khamenei: “È peggio di Hitler”.

(Foto credits: Ansa/Zumapress)

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