Perché tra le 7 Big Tech che fanno proposte a Biden sull’AI manca Apple

Si tratta di una scelta che va letta in chiave geopolitica. Le sette aziende che hanno fatto la proposta a Biden sono state Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft e OpenAI

24/07/2023 di Gianmichele Laino

Amazon, Anthropic, Google, Inflection, Meta, Microsoft e OpenAI. Sono le “sette sorelle” che hanno fatto delle proposte al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per una nuova ed efficace regolamentazione dell’intelligenza artificiale e di tutti gli strumenti che si basano su questa tecnologia. Leggendo i nomi di queste sette sorelle, tuttavia, salta subito all’occhio l’assenza di uno dei colossi fondamentali – quasi un pilastro, potremmo definirlo – delle tecnologie e del digitale negli Stati Uniti. Nonostante Apple, infatti, fosse stata tra le aziende che avevano avviato una interlocuzione con la Casa Bianca sul tema, l’azienda di Tim Cook non compare tra quelle che hanno sottoposto la proposta di regolamentazione al presidente americano. Si tratta, ovviamente, di una decisione che va letta in chiave geopolitica.

LEGGI ANCHE > Lo studio di Apple: può un dispositivo mobile rilevare segnali di depressione?

Apple e AI, perché Cupertino manca all’appello delle aziende che hanno proposto una regolamentazione a Biden

Per comprenderla, bisogna fare un piccolo salto indietro. Un mese fa, infatti, Tim Cook – CEO di Apple – aveva partecipato a un incontro con il presidente degli Stati Uniti e con il premier indiano Narendra Modi che aveva come fulcro proprio l’utilizzo delle nuove tecnologie di AI. In quella circostanza, pare, si stavano gettando le basi per l’accordo che ha portato le sette aziende a formulare una proposta a Joe Biden. Tim Cook, infatti, non era solo: in quella circostanza, all’incontro con Biden e Modi, avevano partecipato anche il CEO di Microsoft Satya Nadella, il CEO di Google Sundar Pichai, il CEO di AMD Lisa Su e il CEO di OpenAI Sam Altman. Come si vede, si tratta del nucleo di base che ha sottoposto alla Casa Bianca la proposta di regolamentazione.

Qualcosa, in questo mese, deve essersi incrinato e il fronte di Big Tech non sembra più così tanto compatto. Apple, infatti, non sembra aver preso parte al processo decisionale che ha portato Joe Biden a effettuare un intervento totalmente dedicato all’intelligenza artificiale. O forse è stato semplicemente un modo per non scoprire subito le carte. Al momento, infatti, Cupertino non ha ancora nessun progetto avanzato che abbia l’intelligenza artificiale al centro del meccanismo. Non ha un sistema come quello di ChatGPT, non ha un “suo” Bard, non ha un chatbot che possa essere messo a disposizione del pubblico. O meglio, non ancora.

Si stanno rincorrendo i rumors, infatti, sulla possibilità di lanciare – già internamente per i dipendenti – un chatbot proprietario. Tuttavia, Apple starebbe scontando un ritardo rispetto allo sviluppo di questo genere di strumento. E il fatto che le aziende, all’interno di questo documento, abbiano inserito anche limiti prudenziali alla sperimentazione di nuove piattaforme di intelligenza artificiale potrebbe rallentare il progresso cercato da Apple (e tutte le operazioni che mancano all’azienda per colmare il gap con le sette concorrenti che sono in fase più avanzata). In ogni caso, manca una posizione ufficiale da parte dell’azienda di Cupertino che, soltanto un mese fa, era seduta al tavolo dei grandi del pianeta per decidere di regolamentare il settore e che, adesso, sembra essere fuori dai giochi. Forse per interesse aziendale. Forse per questioni di opportunità politiche.

Share this article
TAGS