La FTC ci riprova contro Facebook e presenta accuse modificate: «Con IG e WhatsApp è un monopolio»

L'autorità antitrust statunitense, guidata da Lina Khan, si presenta nuovamente agguerrita contro Menlo Park

20/08/2021 di Gianmichele Laino

Non è semplice né scontato spiegare la nuova presentazione di accuse nei confronti di Facebook da parte della Federal Trade Commission, l’autorità antitrust statunitense. Quest’ultima aveva già affermato che il social network di Menlo Park fosse in realtà un monopolio, presentando una prima accusa. La Corte distrettuale della Columbia (il giudice era James Boasberg), tuttavia, aveva respinto quanto affermato dalla Federal Trade Commission lo scorso 28 giugno, concedendo un limite di tempo all’autorità antitrust per riformulare le sue accuse. Una autorità che, nel frattempo, è passata sotto la guida di Lina Khan, da sempre fortemente critica con le grandi aziende del web, che – stando a quanto da lei affermato – rappresentano delle grandi concentrazioni di servizi monopolistiche.

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Antitrust contro Facebook, atto secondo

Lina Khan è da sempre stata vista di cattivo occhio da Facebook: il social network aveva chiesto che fosse ricusata dal caso proprio in virtù delle precedenti affermazioni in merito ai monopoli delle grandi compagnie che fanno affari sul web. Ma questo aspetto non sarà decisivo nella questione. Più rilevante, invece, è il contenuto della nuova accusa di monopolio nei confronti di Facebook. Precedentemente, nella richiesta respinta dal distretto della Columbia, l’accusa a Facebook era piuttosto vaga: si scriveva che la società di Menlo Park detenesse il 60% del mercato dei social network, ma senza definire cosa fosse in realtà questa mercato e chi, invece, fosse il detentore del restante 40% dello stesso.

Dunque, si è passati alla definizione di accuse più circostanziate. Tutto nasce, secondo la FTC, nel 2010, quando per Facebook avviene un fatto completamente nuovo: il grande boom del mercato degli smartphone e l’utilizzo del web orientato sulla direttrice mobile first. Internet passa a essere un servizio a portata di smartphone, limitando notevolmente la sua fruizione via desktop. Fu in quella fase che Facebook, rilevando le gravi lacune nei propri sistemi da quel punto di vista, iniziò ad attuare una strategia aggressiva nei confronti di possibili competitors. L’acquisizione di WhatsApp (2014) dopo il fallimento dei suoi servizi di messaggistica, quella di Instagram (2012) – social network che si stava imponendo come social network alternativo allo stesso Facebook – hanno contribuito senza dubbio a risolvere problemi che, secondo la FTC, Facebook non sarebbe stato in grado di risolvere con il solo intervento del suo team interno.

Le nuove accuse della FTC contro Facebook

Holly Vedova, FTC Bureau of Competition Acting Director, ha affermato: «A Facebook mancava il senso degli affari e il talento tecnico per sopravvivere alla transizione al mobile. Dopo aver fallito nel competere con i nuovi innovatori sul mercato, Facebook li ha acquistati quando la loro popolarità è diventata una minaccia esistenziale per l’azienda». In base a queste acquisizioni, il mercato dei social network – secondo la Trade Commission – si è appiattito su standard di sicurezza e di acquisizione di dati degli utenti dettati proprio dalle strategie di Facebook.

E poi, la FTC è passata a mettere insieme nuovi dati a supporto della sua tesi, basandosi su alcune rilevazioni che lo stesso Facebook, in passato, aveva impiegato per le sue analisi: secondo i dati Comscore, infatti, il social network di Mark Zuckerberg ha occupato oltre l’80% del tempo trascorso dal 2011, ha intercettato almeno il 70% degli utenti attivi giornalieri e almeno il 65% degli utenti attivi mensili. La definizione del presunto quadro monopolistico, adesso, appare più chiaro. Il nuovo braccio di ferro tra Facebook e l’antitrust USA è appena iniziato.

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