Il monopolio di Facebook minaccia anche il mondo delle GIF

L'autorità del Regno Unito sta indagando su Facebook e sull'acquisto di Giphy tramite il quale avrebbe monopolizzato la fornitura di GIF mondiale

29/03/2021 di Ilaria Roncone

Facebook è ovunque. Anche nella fornitura delle GIF il colosso ha assunto una posizione di rilievo, tanto da essere segnalato dalla Competition and Markets Authority del Regno Unito – che difende il diritto di concorrenza e i diritti dei consumatori -. L’accusa a Facebook è quella di monopolizzare l’offerta globale di GIF dopo l’acquisto della startup statunitense Giphy, che ha sollevato una serie di «preoccupazioni per la concorrenza». Scadono oggi i cinque giorni dati a Facebook per rispondere alla CMA, che da adesso può intraprendere un’azione legale per la questione monopolio GIF Facebook durante il corso nei prossimi sette giorni.

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Regno Unito contro monopolio GIF Facebook

L’acquisto di Giphy da parte del colosso di Menlo Park risale a maggio dello scorso anno, in piena pandemia. Il costo dell’acquisizione è stato di 300-400 milioni di dollari e l’accorso è stato uno dei più grandi della storia di Facebook (che ha avuto anche uno sconto rispetto al “prezzo pieno”, considerato che Giphy nel 2017 era stata valutata 600 milioni di dollari). Il 25 marzo la CMA ha rilasciato una nota specificando di aver «scoperto che l’acquisizione completa di Giphy da parte di Facebook solleva problemi di concorrenza in relazione alla pubblicità digitale e alla fornitura di GIF». Anche le autorità garanti australiane hanno affermato di voler indagare su questa fusione, considerato che Giphy distribuisce ogni giorni 10 miliardi di GIF a 700 milioni di persone.

Come l’accordo Facebook-Giphy danneggia la concorrenza

I regolatori temono che Giphy possa avere «meno incentivi ad espandere la sua pubblicità digitale», con Facebook che aumenterebbe ancora il suo potere e le piattaforme di social media rivali «danneggiate in quanto potrebbe significare che Giphy smetterà di fornire GIF a queste aziende o lo farà a condizioni peggiori». C’è poi anche la spinosa questione dell’acquisizione dati con Adam Mosseri, dirigente di Facebook, che aveva frenato rispetto alle preoccupazioni sull’utilizzo di Giphy da parte di Facebook per accedere ai dati delle persone: «GIPHY ha pochi dati utente, i dati sui concorrenti sono inoltre limitati alla frequenza con cui le persone cercano GIF e a ciò che cercano, e gli sviluppatori possono facilmente manipolare le chiamate API che effettuano». Nonostante questa dichiarazione sia Telegram che Signal avevano immediatamente adottato tutte le misure del caso, impedendo così a Facebook di ottenere i dati dei propri utenti.

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