Ma il divieto sulla denominazione «Alto Adige» non cambia la Costituzione

14/10/2019 di Redazione

Nei documenti ufficiali, la denominazione Alto Adige sarà abolita. Lo ha stabilito un provvedimento, votato a maggioranza, della provincia autonoma di Bolzano guidata da Arno Kompatscher della SVP, partito che – insieme alla Lega – ha la maggioranza nel territorio e ha la guida della stessa istituzione. Non si potrà più dire Alto Adige o altoatesino, mentre saranno accettate le denominazioni Sudtirol e provincia autonoma di Bolzano. Secondo alcuni – soprattutto la destra sovranista, che non ha votato il provvedimento (anche la Lega che è in amministrazione si è astenuta) – si tratterebbe di uno schiaffo all’Italia e all’appartenenza a uno Stato della minoranza.

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Alto Adige, la questione geografica spiegata con i provvedimenti della SVP

Spazio per l’indignazione, però, ce n’è poco. Innanzitutto, perché il provvedimento non può cancellare quanto scritto nella Costituzione italiana. All’articolo 116, quando si fa l’elenco delle regioni italiane a statuto speciale, si parla senza equivoci di Trentino-Alto Adige/SudTirol. Lo stesso vale per l’articolo 131, quello in cui compare l’elenco di tutte e 20 le regioni italiane. Inoltre, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha annunciato che verrà presentato un ricorso davanti alla Corte Costituzionale. Che si esprimerà sulla legittimità di questo provvedimento approvato dalla provincia autonoma di Bolzano.

Perché solo ora la SVP ha deciso di cancellare la denominazione Alto Adige?

Il momento storico per questo passaggio è particolarmente favorevole. Il SVP, infatti, ha pensato bene di approvare questo provvedimento in virtù del suo peso specifico per la maggioranza, specialmente in senato, dove i suoi tre voti potrebbero tornare molto utili come stampella al governo Pd-M5S-LeU e Italia Viva. Una bocciatura da parte del governo – come quella che sembra configurare l’affermazione di Francesco Boccia – potrebbe pertanto avere delle conseguenze anche per voti che nulla hanno a che fare con la rivendicazione della minoranza linguistica sudtirolese.

Ma perché questo provvedimento fa così discutere? La dicitura rimasta in vigore, infatti, è quella di Sudtirol e non di Alto-Adige. Da una prospettiva prettamente geografica, l’idea è quella di favorire una prospettiva più austriaca che italiana: la definizione di Sudtirol, infatti, dà un’idea di continuità geografica rispetto al Tirolo austriaco, mentre la cancellazione di Alto Adige elimina questa stessa continuità rispetto al territorio regionale italiano.

Ora, la lotta verrà condotta sul filo delle carte bollate. Non senza conseguenze, pare, per la tenuta del governo.

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