Dopo l’intervento dell’Auschwitz Memorial, Meluzzi cancella il fotomontaggio sul lager

Quel fotomontaggio aveva creato inevitabile indignazione

20/10/2020 di Enzo Boldi

Nessuna scusa, ma almeno è arrivata la rimozione di quel vergognoso fotomontaggio che ha – giustamente – provocato grande indignazione. Ancora una volta, come purtroppo accade da tempo sui suoi attivissimi profili social, il protagonista di questa brutta pagina è Alessandro Meluzzi. Il noto psichiatra, ospite di moltissime trasmissioni Mediaset con il ruolo di esperto opinionista, aveva postato sulla propria pagina Twitter il fotomontaggio di quel – purtroppo – famoso cancello all’entrata di molti lager nazisti. E al posto della scritta ‘Arbeit macht frei’ (Il lavoro rende liberi), compariva il motto che ha accompagnato l’Italia nella prima e difficile fase della pandemia: «Andrà tutto bene».

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Una mossa di cattivo gusto che ora non esiste più sul profilo di Alessandro Meluzzi. E la cancellazione del contenuto è arrivata dopo l’intervento del profilo Twitter dell’Auschwitz Memorial che già in passato aveva commentato alcune paradossali e vergognose uscite social di altri personaggi italiani che, sempre utilizzando quella foto del cancello dei lager nazisti, facevano ironia e strumentalizzavano una delle più buie pagine della storia del mondo.

Alessandro Meluzzi e il tweet con la foto del campo di concentramento

Prima del loro intervento, sulla pagina Twitter di Alessandro Meluzzi il tweet si presentava così:

Adesso, invece, la risposta dell’Auschwitz Memorial riporta a un tweet eliminato dall’utente (Meluzzi).

Il tweet rimosso dall’autore, ma senza scuse

Quel fotomontaggio non esiste più. Almeno sulla bacheca dello psichiatra ospite dei salotti televisivi di Mediaset. A rimuoverlo non è stato Twitter, ma come si evidenzia da quanto compare ora sul social, a cancellarlo è stato lo stesso autore. Senza nessun commento, senza chiedere scusa per quell’assurdo paragone utilizzato, strumentalizzando quanto accaduto nei lager per fare una macabra ironia su quanto sta accadendo ora in Italia (e non solo) con la pandemia.

 

 

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