Alberto Bagnai e il tweet inquietante sui campi di concentramento nazisti

30/01/2018 di Redazione

Alberto Bagnai è stato candidato dalla Lega al Senato in Abruzzo e Lazio. La sua elezione a senatore della Repubblica è molto probabile, visto che il partito di Salvini l’ha collocato come capolista, anche se in regioni tradizionalmente deboli per il Carroccio.

Alberto Bagnai e il tweet inquietante sui campi di concentramento nazisti

Bagnai ha conquistato un seguito piuttosto cospicuo su Twitter, grazie alla sua posizione no euro di cui è una sorta di capofila in Italia. Professore associato di Economia politica all’università di Pescara e Chieti, Alberto Bagnai ha però conquistato la fama grazie a un paio di libri, al suo blog Goofynomics  e una costante attività di informazione su Twitter, spesso anche con toni provocatori. Nei giorni scorsi è emerso un tweet molto controverso di Alberto Bagnai sul Giorno della Memoria del 2016. «Cominciamo col ricordare che furono anche campi di LAVORO. C’è scritto. Qualcuno ci guadagnava», aveva twittato il professore associato di Economia all’università di Pescara, condividendo un collegamento a una pagina di Wikipedia sui campi di concentramento.

Alberto Bagnai

Il tweet riprendeva un articolo di Repubblica che come immagine di copertina aveva il cancello di ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, sopra il quale era collocata la scritta “Arbeit macht frei”, il lavoro rende libero.  A un utente che in risposta al tweet gli chiedeva di parlare dei “collaborazionisti” come Repubblica.it. Alberto Bagnai rispondeva che ne parlava ogni giorno, come mostrato dallo screenshot pubblicato dal giornalista Massimo Mazza.

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Sono tweet  piuttosto rappresentativi della narrazione anti tedesca dell’economista no euro, che accusa la Germania di praticare con l’euro pratiche di occupazione paragonabili a quelle osservate durante la secondo guerra mondiale ai tempi del nazismo. Tweet che ci sembrano offensivi nei confronti delle vittime dell’Olocausto, visto che un tema così delicato dovrebbe essere sottratto a polemiche politiche.

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