Come Facebook ha permesso a vip e politici di pubblicare contenuti contrari alla sua policy
Le regole di Facebook sono uguali per tutti. Ma qualcuno è più uguale degli altri
14/09/2021 di Gianmichele Laino
C’è una sorta di tana del Bianconiglio dove Facebook infila tutti i contenuti scomodi. E per contenuti scomodi intendiamo quelli che vanno contro le sue policies di utilizzo della piattaforma e che, però, sono stati pubblicati da utenti verificati, da personaggi famosi, da importanti istituzioni politiche. Mentre il team di moderazione tradizionale (un insieme di intelligenza artificiale e risorse umane) opera in maniera severissima per tutti gli utenti del social network, c’è un sistema speciale che riguarda le persone con un seguito di followers più nutrito: il programma si chiama XCheck, o controllo incrociato. Una sorta di lista di utenti a cui sono permesse più cose rispetto a utenti tradizionali.
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XCheck di Facebook, il sistema che permette agli utenti famosi di pubblicare tutto quello che vogliono
Vi ricordate il caso di Neymar? Il calciatore aveva esposto pubblicamente delle foto di una ragazza che lo accusava di stupro. La ragazza, nelle foto mostrate da Neymar (che sosteneva di essere vittima di un tentativo di estorsione), era nuda. Contenuto sensibile? Revenge porn? No. Le foto sono rimaste online per più di 24 ore, con il risultato che sono state viste e condivise da migliaia di persone (che, tra le altre cose, non hanno risparmiato la gogna mediatica alla ragazza). Soltanto in un secondo momento è intervenuto il team di XCheck che, pur avendo rimosso il contenuto, ha deciso di non sospendere l’account di Neymar (come invece Facebook avrebbe fatto nel caso di utenti comuni).
Perché è proprio così che funzion XCheck. Prende in considerazione una lista che Facebook – in un rapporto visionato da Wall Street Journal – definisce di «pochi membri selezionati della nostra comunità, per cui non stiamo applicando le nostre politiche e i nostri standard. A differenza del resto della nostra comunità, queste persone possono violare i nostri standard senza conseguenze». Pochi, per Facebook, significa almeno 5.8 milioni di persone. La lista si è ingrossata e XCheck ha perso progressivamente il passo rispetto alla mole di contenuti pubblicati. Con conseguenze evidenti sulla community: se un utente influente pubblica un contenuto sensibile è molto probabile che migliaia di persone lo possano vedere. Un effetto sicuramente più dirompente rispetto a un contenuto sensibile pubblicato da un utente con una community di riferimento limitata. Eppure Facebook applica uno standard di moderazione diverso.
La replica di Facebook
Il commento di Facebook sta tutto in un thread del portavoce Andy Stone su Twitter: «Non ci sono due processi di revisione separati, ne abbiamo parlato già nel 2018. Il pezzo del WSJ cita ripetutamente i documenti di Facebook che indicano la necessità di cambiamenti che sono in realtà già in corso presso l’azienda. Abbiamo nuovi team, nuove risorse e una revisione del processo che è un flusso di lavoro già esistente in Facebook».