I politici su Facebook potrebbero non avere più un trattamento privilegiato rispetto ad altri utenti

La riflessione arriva direttamente dall'Oversight Board

04/06/2021 di Redazione

Se in passato la vecchia diatriba sui politici era quella legata ai privilegi economici di cui potevano godere (ma si facevano grandi dibattiti anche in merito ai rimborsi spese e alle auto blu, ve li ricordate?), adesso la nuova disfida potrebbe essere quella collegata ai privilegi dei politici su Facebook. Perché, nonostante la storia di Donald Trump, sul social network le persone con cariche elettive hanno sempre avuto un trattamento diverso rispetto agli altri utenti relativamente alle regole di moderazione dei contenuti proposti.

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Politici su Facebook e il loro comportamento d’ora in avanti

Mentre gli utenti standard di Facebook, infatti, sono sottoposti a cancellazione di post e ban se i contenuti dovessero risultare particolarmente inappropriati rispetto alle policy del social network, i politici godono di uno status privilegiato, collegato al loro ruolo di preminenza e di rilevanza sociale, che spesso impedisce la rimozione di contenuti che, in ogni caso, sollevano un ampio dibattito.

Tuttavia, a quanto pare, le cose starebbero per cambiare. La cosiddetta “Cassazione” di Facebook, ovvero l’Oversight Board, ha deciso che Facebook dovrebbe avere le stesse regole per tutti gli utenti e che dovrebbe comunicare in maniera più trasparente le sue policy. Tra queste, la sua decisione sui post considerati troppo rilevanti per essere rimossi o le sue scelte nei confronti di un account verificato. Insomma, coerentemente con la decisione a proposito di Donald Trump – che secondo l’Oversight Board non dovrà continuare a pubblicare sui social network per i prossimi sei mesi almeno -, l’organo consultivo ha stabilito che per tutti i politici dovrebbero valere gli stessi principi. Principi che, in passato, erano stati estesi soltanto agli utenti comuni.

Dunque, si cambia: non si tratterà di intervenire soltanto in presenza di fake news o di palesi contravvenzioni alle policy del social network su pornografia e pedopornografia, ma anche di stabilire quali contenuti possano – ad esempio – incitare all’odio o essere controversi sul piano dei diritti civili e dell’uguaglianza. Come avviene, esattamente, per tutti gli altri iscritti a Facebook.

Foto IPP/Capital Pictures – Washington

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