Facebook risponde alle inchieste del WSJ: «False rappresentazioni di ciò che stiamo cercando di fare»

Dopo le inchieste sul Wall Street Journal su Facebook la piattaforma ha risposto tramite un post sul suo blog

19/09/2021 di Ilaria Roncone

Dopo la pubblicazione di un’inchiesta a episodi del Wall Street Journal su Facebook, terminate tutte le rivelazioni – come quella su Instagram o quella del guadagno ottenuto grazie ai post che scatenano indignazione – il colosso risponde. A parlare è stato Nick Clegg, vicepresidente di Facebook per gli affari globali, che ha ribattuto alla celebre testata newyorkese affermando che il lavoro fatto dal giornale conteneva «deliberate false rappresentazioni di ciò che stiamo cercando di fare, conferendo motivazioni egregiamente false alla leadership e ai dipendenti di Facebook».

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La risposta del colosso al Wall Street Journal su Facebook

La replica piccata al WSJ – come riporta il Guardian – è stata pubblicata sul sito web di Facebook nella giornata di ieri. Il titolo del pezzo è What the Wall Street Journal Got Wrong e il vicepresidente afferma che il quotidiano avrebbe fornito una visione solo parziale rispetto alle «questioni più difficili che affrontiamo come azienda – dalla moderazione dei contenuti e la disinformazione sui vaccini, alla distribuzione algoritmica e il benessere degli adolescenti».

Quanto riportato dei rapporti interni all’azienda, secondo Facebook, sarebbe solamente una parte di quanto scritto – citazioni appositamente selezionate -. I documenti in questione sono stati definiti come qualcosa che viene redatto per «guardare allo specchio noi stessi e porre le domande difficili su come le persone interagiscono su scala con i social media». Si tratta di «questioni serie e complesse» per le quali «è assolutamente legittimo per noi essere ritenuti responsabili di come le affrontiamo».

Per Facebook non è vero che vengono condotte ricerche poi ignorate

Tutti gli episodi dell’inchiesta del WSJ avevano in comune un punto: Facebook sa, ignora e afferma pubblicamente il contrario di quello che fa. Clegg ha sottolineato come- secondo l’azienda – «al centro di questa serie c’è un’accusa che è semplicemente falsa: che Facebook conduce ricerche e poi sistematicamente e volontariamente le ignora se i risultati sono scomodi per la società».

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