La nuova strategia di Facebook per stanare chi fa segnalazioni di massa per danneggiare qualcuno

Utilizzerà lo stesso approccio impiegato contro i bot

17/09/2021 di Gianmichele Laino

Avete presente quando scrivete qualcosa su Facebook e, all’improvviso – anche se siete convinti di non aver fatto poi nulla di male – arrivano decine e decine di segnalazioni? Magari capita anche che il social network, per qualche motivo, veda in questa ondata di segnalazioni una sorta di comportamento anomalo del vostro account, che viene limitato o addirittura sospeso. Bene, a volte si tratta semplicemente di operazioni coordinate da parte di gruppi più o meno politicizzati, che condividono un obiettivo comune e che utilizzano il social network per far sentire la propria voce.

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Segnalazioni su Facebook, il modo per bloccare le azioni di massa

Ci si chiede, allora, quanto sia diverso questo modo di utilizzare i social da quello che prevede l’impiego di centinaia di account falsi, non corrispondenti ad alcun essere umano, che comunemente vengono denominati bot e che tendono ad alimentare virtualmente una discussione che, nella realtà, non esiste, ma è semplicemente stata creata ad arte da qualcuno che aveva un interesse nel far sì che si sviluppasse. In questo, maestre incontrastate erano le agenzie russe che sono state in grado di influenzare in passato anche dibattiti politici importanti, prima che il social network prendesse provvedimenti nei loro confronti.

Ora, alla Reuters, Facebook ha dichiarato di adottare lo stesso approccio anche con persone in carne e ossa – che fanno parte di movimenti e gruppi politici – che si comportano in maniera contraria alle policies della piattaforma. Il social network di Menlo Park farà un investimento di sicurezza importante per stigmatizzare tutti quegli account social che si coordinano sia per segnalare in massa qualcuno, sia per fare in modo – ad esempio – che quest’ultimo venga in qualche modo attaccato da una serie di commenti o di condivisioni contrarie allo spirito della piattaforma.

Facebook contro le campagne coordinate

La sveglia al social network di Menlo Park – secondo quanto riportato già in passato da BuzzFeed – era stata data dal 6 gennaio e dall’assalto al Campidoglio. Alcuni gruppi avevano guidato azioni (in primo luogo virtuali) coordinate e in seguito a un rapporto interno, Facebook ha compreso di essere piuttosto debole su questo fronte. Per questo, i team di sicurezza di Facebook, a quanto pare, potrebbero identificare i movimenti principali che guidano tale comportamento coordinato e intraprendere azioni più radicali rispetto alla rimozione dei loro post o dgli account individuali che fanno capo allo stesso gruppo di soggetti.

Fino a questo momento, è stato pacifico per Facebook individuare degli account falsi che si coordinavano per promuovere e alimentare un dibattito. Ma come la mettiamo quando, nel mirino, finiscono account di persone reali che – con vere e proprie azioni di protesta virtuali – si coalizzano contro un unico target? La soluzione che prevede Facebook è quella di trattarli alla stessa stregua dei bot falsi. Ma è davvero la stessa cosa?

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