Tutta Napoli in cima al K2 – L’editoriale di Alfredo Pedullà
23/04/2018 di Alfredo Pedullà
Si deve stare proprio bene sul K2, un ascensore preso all’ultimo minuto di Juve-Napoli. K2 per celebrare un gigante senegalese di quasi 27 anni: al secolo Kalidou Koulibaly, di professione difensore centrale dalla grande esplosività. Ma sulla carta, carta canta, l’uomo del terzo tempo quando stanno scorrendo i titoli di coda all’Allianz Stadium: il terzo tempo che di solito si fa nel basket e che lo porta a indirizzare una sassata imprendibile anche per quel gran genio di istinto che si chiama Gigi Buffon. Con Benatia al cinema, esattamente come a Madrid quando doveva essere più sveglio e più lesto su Cristiano, quell’impatto è devastante per la Juve. La stessa Juve che vede sgretolarsi le certezze del settimo scudetto consecutivo: i punti di vantaggio erano quattro, ora appena uno. E quella sassata sganciata da K2 ha un duplice, potenziale, effetto: porta il Napoli a un passo dal Brivido più bello che ci sia, ma anche la Juve a un passo dall’Incubo più grande in circolazione. Siccome la testa fa spesso più delle gambe, indipendentemente dal calendario in salita, la domanda è: quanto tempo ci vorrà per guarire da quella sassata?
Sul K2 si viaggia da sempre ad altissima quota: è la storia di questo ragazzo, Kalidou Koulibaly, scoperto dai collaboratori di Riccardo Bigon. Nel maggio 2014 il Napoli lo strappa al Genk per la modica cifra di otto milioni circa, noccioline rispetto alle stratosferiche valutazione di difensori centrali degli ultimi anni. Promemoria: siamo passati dai 55 milioni del Paris Saint-Germain per David Luiz, agli 85 del Liverpool per Van Dijk. Con otto milioni oggi puoi acquistare un polpaccio del difensore che ti intriga e se ti va bene in Inghilterra quei soldi servono per pagare – più o meno – un anno di ingaggio. Su Koulibaky si capisce subito che il fiuto è stato quello giusto, a prezzi modici. Se non fosse che – strada facendo – in quella stagione 2014-2015 Benitez lo relega in panchina per preferirgli Britos e l’estate successiva per qualcuno siamo già ai saluti o quasi. Della serie “questo Koulibaly non è quello che ci avevano venduto, troppe amnesie e troppi errori”. Quasi una sentenza, fondamentalmente un abbaglio.
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Perché poi arriva Sarri che lavora sulla difesa: con i droni e senza i droni, soprattutto con il culto della difesa. E dei movimenti giusti. Una fortuna per Kalidou che si applica, si sposa con Albiol e si fidanza con la continuità di rendimento, questa sconosciuta. Le sue rare incompiute arrivano dopo lunghe trasvolate per raggiungere il Senegal a indossare la maglia della sua Nazionale, ma sono talmente rare che nessuno se ne accorge. Per la verità si accorgono delle sue qualità, al punto che il Chelsea ci prova e ci riprova per due sessioni estive consecutive di mercato, mettendo a disposizione una cifra vicina ai 70. Nulla, the Wall non si muove da Napoli. Perché se hai un muro te lo tieni e lasci che siano gli altri a sbatterci addosso. Il Chelsea ci riproverà presto, la valutazione andrà verso la tripla cifra, ma sono discorsi che – pur essendo attuali – sembrano assolutamente anacronistici.
C’è tutta Napoli sul K2. Meglio: tutti quelli che hanno il Napoli nel cuore.