Cosa c’è nel video “L’inseguimento finale con il ladro che mi ha derubato – Dentro la testa di un ladro Pt.2″

Per quale motivo si è innescata la questione legale che ha coinvolto il creator Gabriele Vagnato e qual è l'oggetto del contendere

16/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Sul suo canale YouTube, che conta 871mila iscritti, Gabriele Vagnato aveva proposto un contenuto che è stato al centro della successiva vicenda legale che lo ha toccato da vicino. Il creator di YouTube e TikTok, infatti, ha voluto capire come agisce un ladro dopo aver commesso un furto e, per cercare di rendere al meglio questo concetto, ha pensato di attirare un potenziale malvivente attraverso un’esca molto golosa e di seguirlo, attraverso un gps, dopo che il furto era avvenuto. Ma la seconda parte di questa sua inchiesta sulla piattaforma è stata successivamente sequestrata dalla procura di Milano, decisione che si è rafforzata dopo il pronunciamento del tribunale del Riesame. Si tratta, come vi abbiamo spiegato, di un precedente unico in Italia, con le autorità milanesi che sono riuscite in questo modo ad aggirare la storica presa di posizione di Google (e quindi di YouTube) che si è da sempre appellato al primo emendamento della Costituzione americana.

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Video Vagnato, cosa c’è nell’episodio “L’inseguimento finale con il ladro che mi ha derubato – Dentro la testa di un ladro Pt.2″

Il video incriminato è il secondo video di una mini-serie. Nel primo video, Gabriele Vagnato dichiara il suo intento iniziale e sposta una sua bicicletta in tre luoghi diversi per cercare di attirare una possibile persona da seguire. Prima di farlo, ha consultato anche un legale che gli aveva dapprima assicurato che inserire un AirTag (il dispositivo scelto per tracciare e monitorare il percorso della bicicletta) non costituiva alcun tipo di reato e che poi gli aveva detto che inseguire una persona per due o tre giorni poteva essere considerato lecito, purché quest’ultima non se ne fosse accorta.

Ma, come dicevamo, è il secondo video il problema. Secondo chi ha presentato la denuncia, Gabriele Vagnato avrebbe confuso il vero autore del furto della bicicletta con un’altra persona – magari con qualche tratto fisico simile a quella individuata al momento del furto stesso – che nulla aveva a che fare con l’esperimento sociale proposto dal creator.

Nel video, ormai scomparso da YouTube (a quanto risulta a Giornalettismo, c’era stata già collaborazione da parte del creator nel rimuovere il video, prima ancora della sentenza del tribunale del Riesame) veniva reso riconoscibile l’uomo che, successivamente, ha presentato querela. Ecco, dunque, il motivo che ha portato Vagnato al centro di questa disputa legale.

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