Vidatox-Escozul: la cura dello scorpione sotto esame al Senato

Questa mattina la Commissione Sanità del Senato ha esaminato il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulle problematiche del prodotto Vidatox-C30. Il Vidatox è un prodotto omeopatico, noto come Escozul, estratto dal veleno di uno scorpione che vive solo a Cuba, utilizzato in modo complementare, per la lotta al cancro. Non c’è nessuna prova scientifica della sua efficacia e lo sfruttamento commerciale sa tanto di bufala. Il farmaco, viene commercializzato a Cuba da Labiofam che delega Pharma Matrix, che distribuisce il prodotto fuori dall’isola e in Albania. Quello di cui si è parlato in Commissione Sanità sono i cosiddetti “viaggi speranza”. Oltre 35 mila italiani sono scappati a Cuba nel 2011 per procurarselo.

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(Fonte Facebook)

IL PREPARATO – “Chiariamoci subito: non è un farmaco, è un preparato distribuito abusivamente che non è stato approvato da nessuna agenzia regolatoria internazionale” precisa su Wired, Silvio Garattini, fondatore e direttore dell’ Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. Nel gennaio 2011 il ministero della Salute ha richiesto all’Istituto superiore di sanità un parere sul Vidatox. E’ emerso che per il prodotto non vi sono protocolli di sperimentazioni di fasi clinica e che la stessa attività antitumorale vantata è troppo generica. Dopo 33 anni dalla sua prima applicazione, vi è un solo lavoro scientifico pubblicato su rivista che descrive Escozul e che mette in evidenza la preparazione e la tossicità del preparato. Non esiste una letteratura ufficiale che riporti dati attendibili sulla sperimentazione preclinica e clinica del prodotto. Del Vidatox se ne sente parlare dagli anni Ottanta. E’ il 1985 quando Misael Bordier, biologo cubano, scopre le proprietà “anticancro” del veleno prodotto dallo scorpione bleu. La Labiofam, società cubana nata negli anni sessanta, si occupa della sua produzione. Se si scava nel passato aziendale, si capirà che la società prima del Vidatox si occupava di medicina veterinaria. Nonostante ciò ottenne l’ok dal governo cubano (Centro Statale di controllo farmaceutico compreso) per la sua creazione. Dalle vacche agli uomini il farmaco diventa antidolorifico e antiinfiammatorio. Una relazione del Senato risalente a luglio 2012, stilata a cura del dottor Giovanni Battista Speranza spiega cosa è:

E’ necessario fare una premessa il Vidatox 30 CH ( Tossina della vita ) non è l’Escozul, è una soluzione alcolica al 33% elaborata a partire dal veleno dello scorpione bleu. L’Escozul, chiamato anche Soluzione Naturale, al contrario è il prodotto naturale derivato dalla mungitura dello scorpione, è una soluzione acquosa al 3- 4-5 %, deve essere conservato a basse temperature. Il Vidatox è un prodotto esclusivo della LABIOFAM è stato registrato il 15.03. 2011 come prodotto omeopatico, è stato distribuito gratuitamente fino ad Aprile 2011 e poi è stato messo in vendita presso le farmacie cubane. Il prodotto, nei tumori solidi, ha proprietà soprattutto analgesiche ed antinfiammatorie e scarsa attività antitumorale, ( mia esperienza personale ) al contrario dell’Escozul che invece ha anche proprietà antitumorali, soprattutto come fattore antiangiogenetico.

Negli stadi avanzati il farmaco non è più efficace e il rischio di portarlo tranquillamente in Italia è altissimo:

Sia che il Vitadox non risolvono il problema cancro, è impensabile che pazienti in fase estremamente avanzata di malattia possono risolvere la situazione clinica ricorrendo a tali farmaci soprattutto considerando che si cominciano a conoscere anche effetti collaterali. Devono essere condotti ancora numerosi studi clinici controllati. Paradossalmente un tizio arriva all’Havana, senza uscire dall’aeroporto può acquistare il farmaco, alla
farmacia internazionale, riprendere lo stesso aereo e ritornare in Italia senza che nessun medico specialista cubano abbia visto la documentazione e verificare se c’è l’indicazione e la posologia.

L’azienda spiega come è possibile che il Vidatox sconfigga il cancro. E sulla tossicità? E’ sicuro da prendere? “Si!” spiegano sul sito. “Sebbene il principio attivo del Vidatox sia una tossina e dunque un prodotto farmaceutico, gli studi di tossicologia disponibili hanno dimostrato nessuna reazione avversa nei pazienti che usano il veleno, a qualsiasi livello di prescrizione di diluizione”. L’indagine conoscitiva sulle problematiche del prodotto della XII Commissione Igiene e Sanità presentata in Senato è però di altro avviso:

Non esistono dati su studi clinici controllati ne’ per ESCOZUL ne’ per VIDATOX 30-CH su riviste accreditate. Le informazioni reperibili derivano da forum di discussione di pazienti/soggetti coinvolti, siti su terapie alternative; importante contributo alle informazioni ”critiche” da giornalisti (Rosa Contino)
– studio su ESCOZUL di fase III= prospettico osservazionale (1990-1999) valutazione di efficacia riferita rispetto a mortalita’ e valutazione dolore, qualita’ di vita, presenza di metastasi a livello autoptico; valutazione con intervista compilando caselle si/no. Tumori: pancreas, colon retto, mammella polmone
-studio con TRJ-C30 principio omeopatico, divenuto registrativo con denominazione VITADOX 30CH. Avrebbe arruolato qualche migliaia di pazienti di varia provenieza a prescindere da staio e tipologia del tumore. Intervista come sopra.
– Annunciato (web) Studio Clinico di fase IV da Pharma Matrix (farmacovigilanza?)in corso (?) presso struttura in Albania Clinica San Marco. Struttura associata poliambulatorio Stella Maris a San Marino.

Quindi altro che Cuba. Basta prendere la macchina e avere a disposizione tra gli 80 e 100 euro a botta per una visita. Il flacone costerebbe sui 150 euro. Il blog Scetticamente.it riporta le parole di Rosa Contino. Lei, insegue da anni il dottor Ambrosino lungo tutto lo stivale. Un viaggio che termina a San Marino, dove il medico effettua visite nella struttura di Stella Maris. Il polo stesso però garantisce di non aver avviato il protocollo:

Dopo aver attirato attenzione e critiche da noi di scetticamente il professore è virtualmente sparito: dove è finito? Segreto! Nel sito della clinica Quisisana, Ambrosino risulta tra il personale medico alla voce Chirurgia Generale ma di vidatox non c’è notizia. Dopo il periodo estivo, di relativa calma, nel sito di Pharmamatrix compare una nuova collaborazione con il Poliambulatorio Stella Maris di San Marino per lo studio del protocollo vidatox, lo stesso citato in precedenza. Un ambulatorio dove al massimo fanno ecografie e raggi X, offre anche: naturopatia, agopuntura, omeopatia, idrocolonterapia ecc.; pratiche pseudoscientifiche. Sembra che non ci sia nemmeno un oncologo, avere informazioni è sempre un segreto di stato, d’altronde fin dall’inizio è sempre stato un mistero riuscire a capire quali medici si occupino di questi pazienti oncologici. Ancora oggi è impossibile conoscere una lista di medici che opera alla Pharmamatrix in Albania, figuriamoci! Sempre dal sito del poliambulatorio Stella Maris, possiamo leggere l’offerta protocollo vidatox. E’interessante leggere che: “le pubblicazioni scientifiche recenti riconoscono il potenziale del veleno dello scorpione nel trattamento del cancro. Tuttavia, il vero potenziale antitumorale non è stato notato fino all’inizio degli anni 80 a Guantanamo, dagli studi empirici.

STAMPA – Con l’interesse dei media sul farmaco è iniziata la febbre del Vidatox. Un servizio delle Iene del 2010 racconta i primi viaggi della speranza. Qui un servizio del Tg1 spiega la folle corsa con varie testimonianze:

I FATTI – Nel novembre 2011, in Puglia, la Guardia di finanzia, in collaborazione con le autorità doganali, ha sequestrato un notevole quantitativo del farmaco. Uno degli ultimi sequestri è stato nell’agosto dell’anno scorso, con circa 600 boccette intercettate dalla Guardia di Finanza nel porto di Bari. I flaconi erano in possesso di un cittadino albanese, appena sbarcato dalla motonave Adriatica 1 proveniente dall’Albania. Viaggiava su un pullman turistico in viaggio per una località del Nord Italia. Nella relazione depositata al Senato la Guardia di finanza ha raccontato che nei soli primi 8 mesi del 2011, con circa 430 interventi su tutto il territorio nazionale, sono state sequestrate oltre 22 milioni di confezioni di medicinali. Le confezioni erano in “gran parte oggetto di contraffazione ovvero detenute, importate o commercializzate illegalmente”.

Dietro i motivi che hanno spinto al Parlamento ad indagare c’è la ricerca di una verità oggettiva. Far rimanere illegale il farmaco o cominciare ad analizzarne gli effetti? Nell’ottobre 2011 il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario della commissione, spiegò il perché dell’iniziativa: “La delicatezza del caso, i rischi per la salute, il rispetto che si deve ai pazienti e l’obbligo di non lasciare inesplorata un’ipotesi di terapia antitumorale mi inducono, infatti, a fare chiarezza e a dare risposte certe ai cittadini nel più breve tempo possibile”. Ma l’impressione è che si tratti dell’ennesima bufala per fregare i malati.

 

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