Come gli ambientalisti italiani dialogheranno con i grandi Verdi europei

C’è un’altra Europa, diversa da quella che ci raccontiamo ogni giorno in Italia. È l’Europa ambientalista, quella che ha assistito alle ottime affermazioni dei Verdi in Germania (dove Die Grünen è il secondo partito), in Francia (dove si sono piazzati immediatamente alle spalle del nuovo bipolarismo Macron-Le Pen), in altri Stati del nord Europa. Grazie a questi risultati, il gruppo europeo dei Verdi si impone come una delle forze più influenti nel parlamento dei prossimi cinque anni, quarta forza con 69 eurodeputati.

Verdi, il risultato in Italia e in Europa

In Italia, l’antifona è diversa. Europa Verde – il cartello che univa i Verdi italiani e Possibile – ha ottenuto il 2,32% delle preferenze, lontano dai numeri in doppia cifra delle compagini europee apparentate. Eppure, Beatrice Brignone (segretaria di Possibile), una delle animatrici del progetto Europa Verde, giudica positivamente il risultato elettorale: «Tutti i sondaggi, all’inizio ci davano intorno allo 0,6% – ha detto la Brignone a Giornalettismo -, superare il 2% è stato un buon risultato. Personalmente, sono contenta di quello che è stato fatto dai rappresentanti di Possibile, i cui candidati sono stati molto votati».

Beatrice Brignone ha citato il caso di Giuseppe Civati che, nonostante non abbia fatto campagna elettorale (il fondatore di Possibile a dieci giorni dal voto si è sfilato a causa di una mancato chiarimento con i Verdi sulla presenza di candidati legati a Fronte Verde, movimento ambientalista di destra) ha ottenuto diverse preferenze. Ma ha citato anche il risultato della componente femminile di Possibile, in molti casi impegnata per la prima volta in politica: il riscontro sui territori è stato davvero ottimo.

Il dialogo dei Verdi europei con i Verdi italiani

Tuttavia, c’è molta strada da fare. La battuta che circola è che in Italia, di verde, ci sia solo la Lega di Matteo Salvini. «Il modo di vedere la politica ambientalista in Italia – spiega Beatrice Brignone – può essere agevolmente spiegato dalle modalità con cui è stata trattata Greta Thunberg, presa di mira dagli haters. La sensazione è che quando al messaggio ambientalista si uniscono anche i temi sociali della sinistra ci sia qualcuno che intende remare contro. Noi non siamo per il no a tutti i costi, ma vogliamo parlare di un modello economico alternativo rispetto a quello fondato sul fossile e sul carbone. Questo dà fastidio e la risposta è stata quella di prendersela con una ragazzina con il cartello».

La legge elettorale europea permette di accumulare i resti dei partiti che non hanno superato la soglia di sbarramento del 4% e di aggiungerli proporzionalmente ai numeri del gruppo europeo di riferimento. Il dialogo tra Europa Verde e i Verdi europei, pertanto, deve continuare: «C’è sempre stato – ha detto Beatrice Brignone – e continuerà a esserci. L’Italia si è dimostrato un Paese con molto interesse nelle tematiche ambientaliste, nonostante il risultato non all’altezza. C’è un campo su cui lavorare: dobbiamo trovare delle soluzioni per rafforzare una rappresentanza green anche in Italia».

(Credit Image: © Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)

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