Come la stampa italiana ha dato la notizia sulla variante britannica del coronavirus

La variante britannica del coronavirus c'è, si è già diffusa in altri paesi ma evidenze scientifiche rispetto all'inefficacia del vaccino non ce ne sono

20/12/2020 di Ilaria Roncone

«Stiamo per fermare i voli da tutto il Regno Unito dopo l’individuazione della nuova variante del virus», ha fatto sapere oggi Speranza al netto della scoperta della variante Covid britannica. Quella variante che, secondo le ultime notizie, è stata individuata anche in Danimarca, Australia e Olanda. A renderlo noto è l’OMS parlando con la BBC. La necessità ora, fanno sapere da Londra tramite le parole del ministro della Sanità, è quella di «mettere sotto controllo la variante del virus che, attualmente, è fuori controllo».

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Cosa dice lo studio preliminare sulla variante Covid britannica

Andando a consultare lo studio preliminare che ha lanciato l’allarme la situazione è la seguente: il problema di questo cluster individuato in Gran Bretagna è cresciuto rapidamente nelle scorse quattro settimane e, da quando è sotto osservazione, si è espanso in molte regioni. Oltre ad essere – per quello che è stato evidenziato finora – molto contagiosa, questa varietà Covid britannica ha mostrato un numero insolitamente elevato di cambiamenti genetici, particolarmente per quanto riguarda la proteina Spike – quella che contiene una regione che serve a legarsi alla cellula bersaglio e che, in una seconda fase, permette l’ingresso del virus nella cellula -. Lo studio conclude che «la rapida crescita di questo lignaggio indica la necessità di una maggiore sorveglianza genomica ed epidemiologica in tutto il mondo e indagini di laboratorio sull’antigenicità e l’infettività».

Variante Covid britannica e la stampa italiana

Tra i quotidiani italiani sono comparsi titoli che inducono al click come “Il vaccino è efficace contro la nuova variante Covid britannica?”. Ad ora, considerato che lo studio è in fase preliminare e viene specificato che serve studiare il virus per saperne di più, non ha senso parlare di questo. Sicuramente il titolo è frutto dell’affermazione di oggi di Crisanti, che ha detto: «Non si sa se la risposta immunitaria prodotta dai vaccini copre anche questa variante». Anche Galli ha espresso il suo parere: «Voglio subito invitare alla calma, perché le notizie sono ancora frammentarie e non esistono studi scientifici. Ciò che sembra evidente è che questa nuova variante non sia più ‘cattiva’, ma si diffonda più rapidamente». La questione, quindi, è chiara: la variante esiste, risulta da studi preliminari più contagiosa e a diffusione più rapida ma, ad oggi, non ci sono studi scientifici che possano darci risposte chiare.

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