Ma poi si spiega nel pezzo che «quasi sicuramente era una truffa»

L'articolo di Repubblica sul vaccino anti-Covid in vendita sul dark web

24/12/2020 di Redazione

Il titolo dell’inchiesta di Repubblica pubblicata nella giornata di oggi non lascia molto spazio all’immaginazione: «Due dosi di vaccino a mille dollari», viaggio tra i trafficanti del dark web. Nell’articolo si parla della trattativa, condotta dal giornalista che ha realizzato l’inchiesta, con una delle persone che, sul dark web appunto, ha messo un annuncio di vendita di un vaccino Pfizer: due dosi, dunque, per mille dollari. Ma nello stesso articolo – all’interno del quale non si arriva mai all’esito finale della trattativa – si sottolinea come si tratti di «truffe. Quasi sicuramente si tratta di truffe. Adescamento dei più ingenui, o dei più disperati».

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Vaccino sul dark web, cosa sappiamo

Repubblica parla del dark web. Ovvero quella parte di internet non indicizzata dai motori di ricerca all’interno della quale si può navigare soltanto attraverso software specifici. Proprio per questo motivo diventa uno dei luoghi privilegiati per effettuare degli scambi illegali, dalla vendita di armi, passando per vere e proprie forme di schiavitù. Oltre che essere un coacervo per tutti i reati di natura sessuale che, spesso, implicano violenze e abusi. Pare che, all’interno del dark web, ci siano già diverse decine di annunci che mettono in vendita dosi di vaccino anti coronavirus. Indicazione piuttosto anomala, dal momento che nessun laboratorio – tra i principali che si stanno occupando della diffusione del vaccino negli Stati Uniti e in Europa (Pfizer-BionTech, Astrazeneca, Moderna, Sanofi) – ha segnalato furti di dosi. In altri Paesi, tuttavia, non mancano segnalazioni, come quella di 400 fiale di vaccino che sono arrivate in Sudafrica dalla Cina (la stessa Repubblica ne parla nella sua inchiesta).

In ogni caso, la trattativa sarebbe partita su Agartha che è uno dei tanti market place che si possono trovare sul dark web. In questo posto virtuale, infatti, le compravendite di qualsiasi tipologia di merce sono all’ordine del giorno. La trattativa si sarebbe spostata successivamente su WhatsApp, con tanto di rassicurazioni del venditore (nome in codice, nessuna immagine) al potenziale acquirente. Ma poi, Repubblica sottolinea che molto probabilmente si stava trattando di una truffa.

Le truffe del vaccino sul dark web

Abbiamo già detto che non sono state segnalate “fughe” di vaccini dai laboratori. Ma è anche opportuno sottolineare – in aggiunta a quanto affermato dal quotidiano romano – che la vendita di presunti vaccini sul dark web era iniziata tempo fa, addirittura nel mese di aprile quando – in Europa e negli Stati Uniti – la pandemia di coronavirus era arrivata soltanto da qualche settimana. A quell’altezza cronologica non c’era nessuna evidenza scientifica di un vaccino nemmeno lontanamente pronto per agire sull’infezione. E allora si spacciavano mix di farmaci e droghe per sieri miracolosi, cavalcando la paura delle persone (in passato, in tempi di crisi, di guerra, di difficoltà, ci si riversava al mercato nero, oggi si va sul dark web), ma vendendo – di fatto – sostanze stupefacenti.

Per questo, addirittura, ci sono stati dei tentativi etici di bloccare questi annunci persino sul dark web. Uno dei market simili ad Agartha – Monopoly Market – aveva addirittura deciso di bannare chiunque proponesse annunci di vendita di vaccini sul dark web. Insomma, la truffa è decisamente dietro l’angolo. Ma ci sono diversi elementi per sospettare e per evitare che trattative come quella raccontata da Repubblica possano andare in porto.

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