L’untore dell’HIV è stato denunciato anche dalla famiglia della compagna morta

13/07/2018 di Redazione

È stato accusato di aver infettato con il virius dell’HIV sua moglie, morta qualche tempo prima, e almeno altre 200 persone. Ora, è scattata una nuova denuncia per quello che è stato definito – dalla stampa e dagli inquirenti – l’untore dell’HIV. Claudio Pinti, 36 anni, è finito in carcere nei giorni scorsi ad Ancona, con l’accusa di lesioni dolose gravissime: aveva regolarmente rapporti sessuali non protetti con i suoi partner senza dichiarare preventivamente di essere sieropositivo.

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Untore Hiv denunciato, che novità ci sono

La denuncia è stata inoltrata tramite gli avvocati Elena Martini e Cristina Bolognini ed è nel fascicolo d’indagine dell’autotrasportatore di Montecarotto, arrestato il 12 giugno scorso dalla Squadra Mobile di Ancona. La famiglia della vittima – la moglie del 36enne – sta cercando giustizia per chiarire qualsiasi aspetto della vicenda, dopo la prima denuncia di una ex fidanzata che lo aveva fatto salire agli onori delle cronache. La denuncia ha lo scopo di accertare il legame tra la morte della donna e la malattia dell’uomo.

Untore Hiv denunciato, la storia

Per questo motivo, inoltre, è stata disposta una perizia medico legale mirata a stabilire la compatibilità o meno del virus di Pinti con quello della compagna morta e con quello della ex fidanzata che lo ha denunciato per prima. Questa perizia avverrà secondo le modalità dell’incidente probatorio. Nel frattempo, dal punto di vista giudiziario, le due accuse nei confronti di Pinti (quella per lesioni gravissime e quella per omicidio volontario) sono state unificate e saranno portate avanti dagli investigatori parallelamente.

In Claudio Pinti, si legge nel fascicolo degli investigatori, si rilevava «l’evidente mancanza di qualsiasi forma di autocontrollo delle pulsioni sessuali»: frequentatore abituale di siti di incontri, non riusciva a trattenersi. Pinti aveva anche raccontato alla ex fidanzata: «Sì, una volta ero sieropositivo ma poi ho rifatto gli esami e non è risultato più niente. L’Hiv non esiste, è una balla, sono i farmaci che ti ammazzano».

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