Il ministro dell’Università Manfredi: «A settembre riprendono le lezioni in aula, ma non per tutti»
15/06/2020 di Enzo Boldi
Si riprenderà a settembre (anche se manca la data esatta), ma non sarà così per tutti gli studenti e tutti gli Atenei. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha parlato questa mattina ai microfoni di Circo Massimo – su Radio Capital – spiegando che le lezioni frontali in aula ripartiranno dopo l’estate. Ma non sarà come si sono lasciati a marzo, quando è iniziato il lockdown. La vera normalità potrebbe arrivare intorno al mese di febbraio del 2021.
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«Si torna in aula a settembre, ma non torneranno tutti gli studenti. Gli stranieri avranno difficoltà a frequentare in Italia e probabilmente ci saranno ancora limitazioni agli spostamenti anche per i fuori sede – ha detto Gaetano Manfredi in collegamento telefonico con Radio Capital -. Inoltre, in alcune Università ci possono essere alcuni problemi di affollamento, che non consentono a tutti di poter frequentare. A settembre alcuni continueranno a seguire a distanza. A febbraio si potrà tornare alla normalità, con la presenza di tutti gli studenti. Chiaramente noi dobbiamo tornare in presenza, ma bisogna fare i conti con questa pandemia».
Università, lezioni in aula a settembre. Ma non per tutti
La soluzione a livello nazionale, dunque, sembra essere ancora lontana dall’essere risolta. Sulla questione del digital divide, Manfredi ha sottolineato come sia una problematica che non riguarda solo l’Università, ma l’intero Paese. Come accaduto per gli altri studenti delle scuole dell’obbligo, anche molti universitari hanno avuto difficoltà per collegarsi e seguire le lezioni online dei professori. Ed è un tema che deve essere approfondito in vista anche di una ripartenza.
Gli esami online
In questo ambito rientrano anche le prove d’esame online: «Il rapporto fisico, guardando negli occhi uno studente, dia un contributo rilevante nella sua valutazione. C’è la possibilità che non ci sia un comportamento corretto da parte dei ragazzi, ma dobbiamo avere fiducia nei giovani e fare in modo che venga valorizzato un comportamento etico da parte dei ragazzi. Mi rendo conto che siamo italiani, ma non dobbiamo pensare che solamente con un sistema inquisitorio si riesce a ottenere un comportamento trasparente».
(foto di copertina: da Omnibus, La7)