L’ennesimo schiaffo alla scuola, la riapertura a settembre sacrificata al turismo e alle elezioni
13/06/2020 di Gianmichele Laino
Ci eravamo rassegnati all’idea di vedere un Paese in cui riparte prima il campionato di Serie A e poi l’anno scolastico negli istituti. Sarà lo stesso per le discoteche e per le attività sportive, che riapriranno i battenti in estate, nel periodo dell’anno normalmente dedicato alla pausa della didattica. Ma vedere un ulteriore sacrificio ai danni della scuola non ce lo saremmo mai aspettato. La riapertura scuole rischia di essere subordinata a troppi fattori. Senza ricordare che l’istruzione in un Paese rappresenta la vera priorità.
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Riapertura scuole, la data del 23 settembre: come ci si arriva
Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, era orientata a far riprendere l’anno scolastico il prossimo 1° settembre. La scelta però è stata osteggiata: il settore del turismo si è messo di traverso. Può una stagione così compromessa nelle sue fasi iniziali subire anche lo smacco di un rientro anticipato tra i banchi? E allora questa prima ipotesi non ha avuto un seguito, cassata sul nascere.
E allora, dando per scontato che i primi dieci giorni di settembre sono stati ancora una volta sacrificati in nome del turismo, non restava che riaprire le scuole intorno a metà mese. Troppo a ridosso – si è fatto notare – rispetto all’electron day che si svolgerà il 20 settembre. Le elezioni regionali e le amministrative hanno sempre avuto nelle scuole il loro principale luogo di celebrazione, con l’allestimento dei seggi elettorali e con lo svolgimento degli scrutini. Avrebbe avuto senso iniziare l’anno scolastico per poi interromperlo subito per permettere agli addetti di preparare, con norme molto più stringenti rispetto agli scorsi anni, il seggio elettorale?
Ecco da dove nasce, dunque, la data del 23 settembre per il ritorno tra i banchi. Con almeno 15 giorni di ritardo rispetto a una ripresa normale. Come se già non fossero bastati i lunghi mesi di assenza a causa dell’emergenza coronavirus. L’ennesimo, doloroso sacrificio della scuola in nome di altri interessi.