Anche Google sta sviluppando il suo “traduttore video”: Universal Translator

L'idea di Mountain View, tuttavia, è stata già superata da HeyGen, che si è trovata molto avanti nella corsa alla "traduzione simultanea" determinata dall'intelligenza artificiale

19/09/2023 di Gianmichele Laino

Maggio 2023. Google ha presentato al grande pubblico uno strumento che punta decisamente a migliorare le performance di uno dei suoi tools più utilizzati. Universal Translator è – praticamente – l’anello di congiunzione verso il futuro che serviva a Google Translator per continuare a essere uno dei più efficaci e usabili meccanismi di traduzione messi a disposizione del pubblico di internet e di tutte le piattaforme digitali. Il contesto è stato quello della conferenza 2023 Google I/O, dedicata appositamente agli sviluppatori. L’azienda di Mountain View presentava come rivoluzionaria la possibilità di effettuare una traduzione direttamente da un video (senza, quindi, passare per un testo scritto), sincronizzare questa traduzione con il labiale della persona che sta parlando all’interno di quel video e modularne addirittura il tono della voce.

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Universal Translator, lo strumento di Google che – però – è stato “bruciato” da HeyGen

Dove l’avete già sentita questa notizia? Ovviamente, stiamo parlando di attività che sono già nella disponibilità degli utenti attraverso HeyGen (ex Movio). Si tratta di una killer application, come abbiamo più volte evidenziato nel monografico odierno di Giornalettismo, che ha aperto al pubblico la sua possibilità di effettuare traduzioni in video di questo tipo a partire dal 7 settembre e che, pochi giorni dopo, aveva già raggiunto il numero di 100mila video in coda (soltanto per la versione free). Quello che va evidenziato, infatti, è che – a differenza di Universal Translator – HeyGen è già operativa sul mercato e si sta espandendo, cercando di implementare all’interno della piattaforma sempre più linguaggi con cui poter effettuare le traduzioni (ricordiamo, solo per semplicità, che la possibilità di effettuare delle traduzioni in video è solo una delle possibili applicazioni di HeyGen, già presente sul mercato da diverso tempo).

Prima di lanciare il prodotto e aprirlo al grande pubblico, invece, Google ha avviato una riflessione di tipo diverso. Già a maggio, infatti, aveva evidenziato come una traduzione simultanea in video avrebbe potuto prestare il fianco alla generazione di deepfake, alla falsa attribuzione di parole e frasi a persone che non le avrebbero mai pronunciate, né in lingua originale, né in traduzione. È stato questo dubbio etico – che HeyGen ha bypassato attraverso la stesura di una carta di principi – a fermare Google e a fargli perdere un vantaggio che, alla lunga, potrebbe andare a incidere anche sulla reputazione e sull’efficacia del suo tradizionale Translater.

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