HeyGen ha fatto anche cose buone: l’utilizzo etico che ne avevano fatto alcuni creator

Pensato inizialmente per l'ambito educational (quando ancora l'azienda si chiamava Movio), chiaramente ha avuto degli sviluppi che contrastano con le linee etiche individuate all'interno del proprio sito

19/09/2023 di Gianmichele Laino

Quello che abbiamo visto fino a questo momento e che possiamo far risalire a HeyGen sicuramente va in contrasto con quanto possiamo ritenere etico in senso generale. Video deepfake con persone che parlano lingue diverse, messaggi politici che vengono diffusi in francese, in inglese o in altre lingue senza la genuinità della realtà, foto parlanti che hanno poco a che fare con messaggi originali: questi sono i contenuti che, in questa fase, sono stati condivisi su varie piattaforme sfruttando l’abbonamento (o – in alcuni casi – le versioni demo) di HeyGen. Tuttavia, in passato, la storia dell’azienda certifica come ci sia stato un tentativo di far nascere e far sviluppare questo strumento a partire da motivazioni di carattere etico. Il collegamento tra HeyGen e l’etica affonda le sue radici soprattutto nel settore educational.

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HeyGen e l’etica, cosa ha spinto l’azienda a cambiare il suo nome (che originariamente era Movio)

Prima di cambiare il suo nome in HeyGen, l’azienda madre si chiamava Movio. Il suo scopo era quello di utilizzare l’intelligenza artificiale per creare degli avatar che potessero essere utili a creare dei contenuti nell’ambito dell’educazione: corsi, webinar, video-lezioni. Attraverso un tool era possibile rendere più interattivi dei contenuti tradizionalmente collegati alla noia della lezione frontale, all’esercizio, al massimo allo schema disegnato sulla lavagna. Con l’esplosione dell’intelligenza artificiale di tipo generativo (e visto il ricorso già in origine a questo tipo di tecnologia), Movio ha deciso di cambiare il suo nome e il suo focus. Si è passati, dunque, all’era di HeyGen.

Anche questo passaggio si è consumato in nome di un principio etico. Infatti, HeyGen ha migliorato la sua tecnologia e ha insistito tantissimo sulla possibilità, da parte degli utenti, di generare delle traduzioni affidabili e dei contestuali doppiaggi che danno l’illusione che – a parlare un’altra lingua – sia proprio il protagonista del video (che non è – a questo punto – soltanto un avatar “di fantasia”, ma una persona in carne e ossa, di cui vengono riproposti fattezze, gesti, voce). I principi sani per cui viene utilizzato HeyGen riguardano proprio la creazione – a basso effort – di canali multilingua, di video promozionali, di video didattici. 

Inoltre, essendoci la possibilità di utilizzare dei template preimpostati per creare dei contenuti adv, HeyGen potrebbe essere utile per i creators e supportarli nell’attività – sempre border line – di distinguere i contenuti “editoriali” da quelli “promozionali”. Attraverso i template di HeyGen, questi ultimi sarebbero direttamente riconoscibili, senza possibilità di mascherarli in chiave organica.

La scheda etica di HeyGen

E che ci siano dei saldi principi etici dietro al progetto, lo dimostra anche la sezione specifica del sito: HeyGen rifiuta i video che risultano violenti, che si fanno promotori di messaggi di odio, che promuovono attività o siti illegali. Un sistema di moderazione parte in maniera automatica sui video creati attraverso la piattaforma, ma gli utenti possono contribuire a segnalare errori o mancanze del team di HeyGen attraverso un indirizzo mail dedicato. HeyGen punta anche a proporre dei limiti d’età per contenuti ritenuti adatti a un pubblico adulto e a rispettare la privacy di ciascun utente (ma anche delle persone che vengono coinvolte loro malgrado dalla creazione di contenuti attraverso la piattaforma).

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