Non solo influencer: nel mirino della UE è finita anche Apple

Non si parla di piattaforme social, ma musicali. Una sanzione da 500 milioni di euro sarà annunciata tra qualche settimana

19/02/2024 di Redazione Giornalettismo

L’indagine della Commissione Europea sugli annunci pubblicitari degli influencer è solo uno dei tanti aspetti legati a questi approfondimenti – anche legislativi – che il Vecchio Continente sta conducendo per normare e debellare le storture provocate dal potere delle aziende Big Tech. Perché se il DSA è un sistema innovativo di monitoraggio delle piattaforme (soprattutto quelle di grandi dimensioni), ci sono delle regole di mercato che esistono da anni e possono portare a sanzioni molto pesanti. Come nel caso di quella della UE contro Apple per quel che riguarda lo streaming musicale.

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A dare la notizia dell’imminente multa da 500 milioni di euro, che sarà ufficializzata all’inizio del mese di marzo, è stato l’autorevole Financial Times che ha sottolineato come questa sanzione sia figlia di un’indagine partita da un reclamo formale sporto da Spotify nel 2019. Dopo cinque anni, dunque, si sta per arrivare a una sentenza epocale che – ancora una volta – va a dare una dimensione specifica a quei monopoli digitali che determinate aziende (soprattutto quelle produttrici di dispositivi) hanno costruito nel tempo, non consentendo una eguale possibilità di accesso ad altre app.

UE contro Apple, la multa da 500 milioni di euro

Nello specifico, il reclamo ufficiale presentato da Spotify nel 2019 aveva un punto-chiave ben preciso ed è quello che ha portato all’apertura dell’indagine UE contro Apple: sui dispositivi (da iPhone ad iPad, passando per i Mac) non veniva concessa la possibilità di informare gli utenti di alternative più economiche ai servizi musicali offerti dall’azienda di Cupertino. Nello specifico, le accuse mosse si snodano su quattro punti:

  • Apple ha impedito alle app di streaming musicale – come Spotify – di poter comunicare agli utenti alternative per sottoscrivere i loro servizi (al di fuori dell’App Store).
  • Apple applica una commissione del 30% sugli acquisti in-app, costringendo gli utenti a spendere di più per abbonarsi ad app di streaming musicali differenti da Apple Music.
  • Installando di default Apple Music su tutti i suoi dispositivi, Apple ha ottenuto un vantaggio sleale rispetto alla concorrenza.
  • Ci sono state delle restrizioni agli sviluppatori che hanno limitato (in alcuni casi, impedito) di permettere ad app terze di competere con l’azienda di Cupertino per quel che riguarda lo streaming musicale.

Quattro indizi che fanno una multa. Una sanzione da 500 milioni di euro.

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