L’Ucraina sta utilizzando il riconoscimento facciale per identificare i soldati russi morti e informare le loro famiglie

Il paese invaso da Putin decide di ricorrere alla tecnologia di Clearview AI per comunicare ai parenti delle vittime il loro decesso

25/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Ucraina usa il riconoscimento facciale. Questa volta, però, l’identificazione servirebbe per raccogliere informazioni e contattare i parenti dei soldati russi deceduti nei conflitti. La tecnologia utilizzata a tal fine verrebbe fornita da Clearview AI, startup che ha ricevuto numerose critiche per le modalità con cui raccoglie le informazioni e le immagini sugli utenti da identificare, ovvero da social network come Facebook, Twitter e YouTube, senza il loro permesso.

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Ucraina ricorre al riconoscimento facciale per identificare le vittime russe e informare le loro famiglie

Pochi giorni fa, abbiamo parlato di riconoscimento facciale perché alcuni investigatori online lo avrebbero utilizzato per identificare i soldati russi. Nel nostro paese non è ammissibile, salvo in alcuni casi. «Un mese fa, abbiamo lavorato tutti su sistemi FaceID e CRM per elaborare le chiamate per gli eServices. Ora, lavoriamo sull’identificazione automatica dei cadaveri degli occupanti e sulla composizione automatica degli abbonati RU per dire la verità sulla guerra. Siamo tutti cambiati. E tutti facciamo cose diverse. Gloria all’Ucraina!», così Mykhailo Fedorov, Vice Primo Ministro dell’Ucraina e Ministro della Trasformazione Digitale dell’Ucraina, tramite un tweet annuncia che il governo ucraino sta utilizzando un software di riconoscimento facciale per identificare le vittime russe decedute: ciò servirebbe a mettersi in contatto con le famiglie dei soldati che hanno perso la vita nei combattimenti per informarle del decesso.

Il vice primo ministro avrebbe dichiarato a Reuters che tale decisione è da considerare una cortesia per i genitori di quei soldati: «stiamo diffondendo queste informazioni sui social media per almeno far sapere alle famiglie che hanno perso i loro figli e per consentire loro di venire a raccogliere i loro corpi». Forse, più che cortesia, la scelta di ricorrere al sistema del riconoscimento biometrico, per identificare i soldati russi deceduti nei combattimenti in Ucraina, sembrerebbe un escamotage per contrastare la propaganda russa che, invece, come abbiamo raccontato più volte, è molto restia nel diffondere qualsivoglia notizia sulla guerra e sul numero di vittime che quest’ultima ha causato. L’utilizzo della parola «cortesia» addolcisce, quindi, in realtà, un’invasione di privacy da parte dell’Ucraina per tenere sotto controllo la situazione. E, poi, essendo una tecnologia, quello di Clearview è un sistema fallibile, che potrebbe celare errori ed incongruenze e creare allarme e confusione nelle comunicazioni con i parenti delle vittime.

Le critiche sul sistema utilizzato per il riconoscimento facciale, però, non cessano. L’Ucraina starebbe ricorrendo a Clearview AI, startup già multata dal Garante della Privacy italiano per aver utilizzato delle immagini personali che i cittadini italiani pubblicate sui rispetti profili social e, in passato, anche oggetto di una interrogazione parlamentare del deputato Filippo Sensi, il quale aveva domandato al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese se fosse vero che che la polizia italiana utilizza questo sistema di riconoscimento biometrico per le proprie attività.

Il suo software, infatti, identifica le persone raccogliendo immagini, sì pubbliche in quanto pubblicate dagli stessi utenti sui social, ma sfornite di alcuna autorizzazione di utilizzo. Queste immagini raccolte hanno nel tempo dato vita ad un database. Così, se si vuole identificare qualcuno, si può caricare sulla piattaforma una foto o scattarne una nuova ed il software della startup Clearview AI metterà a confronto le immagini nel tentativo di trovare una corrispondenza tra le due. Secondo quanto dichiarato a Reuters in passato, ammonterebbero a 2 milioni di foto le immagini degli utenti estratte dal servizio di social media russo VKontakte. Il «problema» è che poi l’accesso a questo database ricercabile viene venduto alle forze dell’ordine e alle agenzie federali, ma non solo. Ci sarebbero anche miliardari, scuole, l’NBA e catene di vendita al dettaglio come Walmart e Macy’s, tra i clienti in grado di accedere al sistema di riconoscimento facciale.

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