I cittadini russi non potranno più utilizzare i servizi VPN per aggirare la censura

I software per navigare in Internet attraverso reti virtuali privati sono stati bloccati dal Roskomnadzor, Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa del Cremlino

16/03/2022 di Enzo Boldi

La censura è servita e non vi è scampo. Dopo le ultime leggi approvate dalla Duma (il Parlamento russo) in merito alle sanzioni nei confronti di tutti quegli organi di informazione che utilizzano la parola “guerra” per parlare della guerra in Ucraina e raccontano le atrocità contro i civili ucraini in questo conflitto, molti cittadini russi hanno provato da aggirare gli stringenti divieti e ban nei confronti di numerose testate ed emittenti facendo sponda su quei software che consentono di navigare in Internet attraverso una rete privata virtuale geolocalizzata fuori dai confini. Ora, però, il Roskomnadzor – il potente Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa del Cremlino – è corso ai ripari con i servizi VPN bloccati in tutta la Russia.

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Lo stratagemma dei software VPN è stato utilizzato da moltissimi cittadini che vivono sull’immenso suolo russo a partire dallo scorso 24 febbraio, giorno in cui è iniziata l’invasione russa in Ucraina. Dopo i primi bombardamenti, infatti, il governo russo ha deciso di approvare leggi stringenti attorno al mondo dell’informazione, consentendo la visione, la lettura e l’ascolto nel Paese solamente di quegli organi di “informazione” finanziati e ammessi dal Cremlino. Insomma, spazio solamente al megafono della propaganda e della narrazione russa. E l’utilizzo di quei servizi che permettono di navigare attraverso una rete privata virtuale è cresciuto a dismisura in molte città (da Mosca a San Pietroburgo) nel corso delle ultime settimane. Fino alle ultime ore.

VPN bloccati in Russia per non aggirare la censura

«Il Roskomnadzor funziona, le Vpn vengono bloccate ogni giorno, non è un compito così semplice ma sta andando avanti», ha spiegato Alexander Khinshtein –  presidente del Comitato della Duma di Stato per la politica dell’informazione – con soddisfazione per i servizi VPN bloccati in Russia. Una mossa che segue pedissequamente le indicazioni delle ultime settimane. Tantissimi cittadini russi, infatti, per aggirare la censura (non solo di media e organi di informazione, ma anche di piattaforme social come Facebook e Instagram) hanno usati quei software. Ma ora, almeno 20 di quei servizi non sono più utilizzabili.

I numeri dei software nelle ultime tre settimane

Secondo i dati raccolti da Sensor Tower e riportati da CNBC, dallo scoppio della guerra in Ucraina (con annesse misure censorie decise dal Cremlino), in Russia è stato segnalato un picco del 1.500% di download di quesi software che offrono servizi Vpn per Android e iOS. Una crescita registrata tra il 24 febbraio e l’8 marzo paragonata all’utilizzo di quei servizi nei 13 giorni precedenti. Insomma, l’utilizzo era diventato molto più cospicuo da parte dei cittadini russi. Inoltre, alcune aziende avevano iniziato a offrire l’utilizzo dei loro software per generare reti private virtuali in forma gratuita agli attivisti e ai giornalisti che vivono nelle città russe. Fino a poche ore fa. Prima dell’intervento del Roskomnadzor.

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