Gli streamer di Twitch protestano contro le incursioni di odio che stanno ricevendo

Un certo numero di canali su Twitch hanno aderito a #ADayOffTwitch, un'iniziativa progettata per portare l'attenzione sull'odio e le molestie in corso

01/09/2021 di Giorgia Giangrande

Mercoledì 1 settembre è il giorno del #ADayOffTwitch, in cui un certo numero di streamer Twitch sono in sciopero prendendo un giorno di riposo dalla piattaforma per protestare contro le incursioni di odio e gli abusi che stanno ricevendo nelle ultime settimane.

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Twitch in sciopero: cosa è successo

#ADayOffTwitch è un segnale di allarme da parte degli streamer, speranzosi che la piattaforma faccia qualcosa per proteggere i suoi utenti in futuro. L’iniziativa è nata dal movimento #TwitchDoBetter, un hashtag creato dagli streamer colpiti dall’ondata di odio esplosa su Twitch nelle ultime settimane. Anche se l’azione di bombardare la chat di uno streamer con messaggi razzisti, sessisti, transfobici (e così via) non è nuova, il fenomeno ha visto un aumento drastico a causa degli utenti che impiegano bot per intasare le chat con centinaia di messaggi generati automaticamente.

Entrambi gli hashtag nascono con lo scopo di sollecitare la piattaforma di streaming di proprietà di Amazon a implementare strumenti migliori per arginare la marea di molestie. Come segnala The Verge, Twitch ha promesso che le correzioni sono in arrivo, ma nel frattempo, gli streamer si trovano in balia di un odio immotivato e sconfinato. Secondo la testimonianza dello streamer filippino ShineyPen al giornale, si è ritenuto opportuno fare di più, oltre a parlare del problema. E dal di più è nato il walkout «A Day Off Twitch», che lo streamer definisce «un passo verso il cambiamento».

Le risposte al #ADayOffTwitch

Le risposte a A Day Off Twitch sono state varie, anche tra i suoi sostenitori. Alcuni piccoli streamer non hanno aderito, nonostante rappresentino la categoria più colpita dalle incursioni di odio, ma semplicemente perché per molti di loro la piattaforma è il loro unico mezzo di reddito. Per altri non è stato possibile anche per via di obblighi contrattuali – accordi pubblicitari o partnership – che impediscono agli streamer di perdere un giorno di lavoro. All’iniziativa A Day Off Twitch alcuni si oppongono con fermezza perché prendere un giorno di riposo dalla piattaforma vuol dire fare esattamente ciò che gli haters vogliono: spingere gli streamer emarginati fuori dalla piattaforma. In tal senso, allora, continuare a trasmettere è il modo migliore per contrastare il problema.

Arriva poi anche il parere della stessa piattaforma. Un portavoce di Twitch ha detto a The Verge: «Sosteniamo il diritto dei nostri streamer di esprimersi e portare l’attenzione su questioni importanti attraverso il nostro servizio. Nessuno dovrebbe sperimentare attacchi malevoli e odiosi basati su chi sono o su ciò che sostengono, e stiamo lavorando duramente per rendere Twitch un luogo più sicuro per i creators».

Nell’attesa – e nella speranza – che ciò avvenga, senz’altro si potrà dire che l’iniziativa di protesta degli streamer avrà contribuito all’epilogo. In una misura ridotta sì, ma quantomeno chi ha potuto, ha fatto la propria parte.

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