Le truffe degli annunci di lavoro personalizzati che si basano su quello che racconti sui social

La polizia postale ha rilevato 5.350 segnalazioni di questo tipo nel corso del 2021

17/01/2022 di Redazione

Altro che lavoro dei sogni, qui si parla di un lavoro nei sogni. Prima si attira l’utente alla ricerca di un impiego con un annuncio di lavoro basato esattamente su quelle che sono le sue preferenze, lo si illude con la garanzia dell’assunzione e poi lo si truffa con una manovra davvero infame. Sono state 5350 le segnalazioni alla Polizia Postale di casi del genere in Italia, nel solo anno 2021. Lo riporta, questa mattina, il quotidiano Il Messaggero, nella sua edizione cartacea. Le truffe funzionano così: i malintenzionati seguono la vittima sui social network per diverso tempo. Dunque, verosimilmente, conoscono il suo percorso di studi, conoscono la sua geolocalizzazione, sanno che è alla ricerca di un posto di lavoro. Ecco, allora, l’annuncio di lavoro personalizzato e su misura, diffuso anche attraverso piattaforme piuttosto conosciute e ritenute affidabili come Linkedin.

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Truffa annunci lavoro, come funziona e quante vittime ha fatto

Non solo, però, la piattaforma di chi offre e cerca lavoro. Questa serie di annunci “su misura” viene condivisa anche su Facebook o su altri portali che hanno come scopo quello di mettere in contatto chi è alla ricerca di un impiego con le aziende che hanno bisogno di personale. Proprio in virtù di fenomeni come questo non è infrequente leggere – anche su piattaforme come Linkedin – dei vademecum su come evitare di imbattersi in casi del genere. Innanzitutto, si sottolinea come sia difficile che i portali specializzati possano essere veicolo di queste truffe, dal momento che gli annunci sono sottoposti a un primo vaglio di attendibilità e che, a parte il primo annuncio gratuito, le aziende pagano per poter inserire le loro offerte di lavoro. Tuttavia, non è da escludere che un sistema di truffa così attento come quello che si descrive in questo articolo possa prevedere la costruzione di un profilo che, almeno online, risulta attendibile.

Dopo aver costruito l’annuncio su misura e dopo aver contattato la vittima, arriva il momento del colloquio di lavoro in videocall. Il fatto che in questo periodo di pandemia si eviti il più possibile il contatto diretto per mantenere il distanziamento sociale apre una prateria a truffatori di questo genere. Ovviamente, bisogna far credere alla vittima che sia stata scelta e, a quel punto, le si chiedono dati personali per la stesura del contratto (compreso IBAN o contocorrente) e di versare una caparra per l’acquisto di alcuni materiali aziendali. Dopo che il cliente avrà versato questi soldi, il truffatore scompare automaticamente.

Sicuramente, alcuni indici possono aiutarci a individuare preventivamente questi malfattori: occorre verificare sempre il dominio dell’indirizzo mail da cui arriva questo annuncio (diffidare da quelli che hanno un dominio generico e non collegato a un’azienda specifica), bisogna contare su una descrizione dell’esperienza lavorativa ben circostanziata, bisogna valutare l’esistenza di quell’azienda in quella determinata città, raccogliendo informazioni fattuali. Il periodo di pandemia che stiamo vivendo, dove molti processi di recruitment avvengono in remoto, di certo non aiuta. Ai candidati per una posizione di lavoro si richiede una skill in più: quella di individuare in anticipo possibili truffe.

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