Il Tribunale di Milano impone a Cloudflare di impedire l’uso dei DNS per scaricare torrent da siti pirata

La decisione si inserisce nel solco di quella stabilita da Agcom, che aveva bloccato gli stessi siti pirata

19/07/2022 di Redazione

Alla fine è arrivata una decisione del Tribunale di Milano contro Cloudflare che potrebbe prevedere, per ogni giorno di ritardo dalla sua applicazione, il pagamento di una penale da 10mila euro. L’imposizione viene estesa dunque a Cloudflare, il noto servizio di content delivery network statunitense quotato in borsa, che – secondo un report aziendale del 2021 – fornisce servizi al 15,5% dei siti web globali conosciuti (tra i quali piattaforme molto impiegate come Discord, Uber, OKCupid e Fitbit). Secondo il giudice milanese, per mantenere l’esecutività del provvedimento di Agcom (che aveva oscurato diversi siti pirata che permettevano agli utenti di scaricare file torrent), Cloudflare dovrebbe impedire anche l’accesso attraverso al suo sistema di DNS pubblico agli utenti italiani che utilizzano questo stesso sistema proprio per superare i blocchi imposti da Agcom e continuare a scaricare file di materiale coperto da copyright illegalmente.

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Tribunale contro Cloudflare per il DNS sui siti che fanno scaricare materiale illegale

Il provvedimento di Agcom era stato emesso nei confronti di alcuni siti che permettevano di scaricare musica e film illegalmente. Si tratta di portali di cui tutti quelli che hanno familiarità con internet e che hanno vissuto la rete prima dell’avvento degli OTT hanno sentito parlare: CorsaroNero.pro, Limetorrents.pro e kickasstorrents.to. Questi siti, attualmente, sono oscurati per una decisione di Agcom. Tuttavia, i servizi di DNS – in verità non soltanto quelli di Cloudflare, ma molti di quelli che vengono comunemente utilizzati – permettono di navigare in rete, usando una VPN e mascherando quindi l’IP con un altro IP localizzato altrove.  Quindi, se un blocco è attivo in Italia, banalmente, utilizzare un DNS permette di aggirare questo blocco.

Cloudflare mette a disposizione un servizio di DNS pubblico, per questo alcune case discografiche e case di produzione cinematografica – danneggiate dal download di materiale pirata – come Sony, Warner, Universal, hanno deciso di fare ricorso contro Cloudflare. Il tribunale di Milano ha accolto le eccezioni che sono state sollevate, nonostante il tentativo di difesa di Cloudflare, che ha specificato come i servizi di DNS non sono soltanto in capo a lei, che ci sono altre modalità per aggirare i blocchi di Agcom e che lo stop dei suoi servizi per questi siti danneggerebbe l’accesso anche ad altri siti non sanzionati dall’autorità per le comunicazioni italiana. Ma la decisione del tribunale, almeno in questa prima fase, è stata presa.

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