Travaglio spiega il “trucco” che ha fatto assolvere Berlusconi
12/03/2015 di Redazione
Marco Travaglio commenta l’assoluzione in Cassazione di Silvio Berlusconi realtiva al processo Ruby come diretta conseguenza della legge Severino. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano il Cavaliere si sarebbe salvato da una condanna per concussione grazie alle nuove norme stabilite per quel tipo di reato nel 2012, durante il governo Monti. Lo ha spiegato in un intervista rilasciata a Luca Rocca per il quotidiano romano Il Tempo:
Era il processo simbolicamente più importante per Berlusconi. Possiamo definirla la sua vittoria più bella?
Se conta il risultato finale, certamente è la sua vittoria più importante. In un paese disastrato come l’Italia, infatti, era considerato più grave che il premier andasse con minorenni che non che fosse un frodatore fiscale incallito e impenitente. Siamo in un paese stravagante e c’è voluto il “pelo” per screditare il Cav.
In primo grado la telefonata del Cavaliere in questura per far consegnare Ruby alla Minetti, è stata considerata reato. In appello e in Cassazione no. Chi ha sbagliato?
Berlusconi in appello è stato assolto perché la legge sulla concussione è stata cambiata nel corso del processo. Se fosse stata in vigore la norma esistente prima del novembre 2012, il Cavaliere sarebbe stato condannato. Con la legge Severino, infatti, il reato di concussione è stato spacchettato in due: la costrizione e l’induzione. Perché si verifichi la seconda, però, occorre il vantaggio anche dell’indotto, in questo caso Piero Ostuni, capo di Gabinetto alla questura. Mentre in primo grado il giudice ha “scavalcato” la modifica della legge Severino stabilendo che la telefonata di Berlusconi rappresentasse una costrizione vera e propria, la Corte d’appello, legittimamente, ha ritenuto che la costrizione non ci fosse e che Berlusconi abbia solo “indotto” Ostuni a rilasciare Ruby. Ma non rilevando nessun vantaggio per il funzionario, ha deciso che la concussione non si configurasse, assolvendo Berlusconi. Il quale dovrebbe solo accendere un cero a “Santa Paola”. Ma a prescindere dal reato sì reato no, quello che ci sobbiamo chiedere è ben altro: Berlusconi ha telefonato o no in questura? Sì. È stato un abuso di potere? Sì. Lo hanno cancellato poi questo reato? Sì. Buon per lui che l’ha sfangata. Ma lmentarsi per l’indagine e il processo è un po’ troppo.
(Foto di copertina di Claudio Bernardi da archivio LaPresse)