Travaglio e la ‘rivincita’ su Renzi dopo la condanna dei genitori: «Ci vediamo in appello»

L’editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano non poteva che esser dedicato alla condanna di Tiziano Renzi e Laura Bovoli nell’ambito del processo celebrato a Firenze per il caso delle false fatturazioni. Un anno e nove mesi di reclusione (con pena sospesa, come prevede il nostro ordinamento giuridico) nei confronti dei genitori dell’ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Partito Democratico. Marco Travaglio, dopo un inizio soft in cui ricorda, in sintesi, che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, alla fine passa al contrattacco ricordando le querele portate avanti contro di lui e contro il suo giornale da Matteo Renzi.

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Dopo aver riportato una frase del fondatore di Italia Viva, relativa alla nobiltà dello scorrere delle lancette (riferendosi alle accuse nei confronti di suo padre Tiziano), Marco Travaglio passa al contrattacco: «Ecco, il tempo è talmente galantuomo che suo padre e sua madre sono stati condannati per frode fiscale, mentre noi abbiamo scritto solo cose vere, ma purtroppo le nostre sentenze di primo grado sono arrivate prima di quelle dei suoi genitori. Ergo, ci vediamo in appello».

Travaglio punzecchia Renzi dopo la condanna dei genitori

Insomma, le sentenze precedenti che hanno condannato Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano nei confronti dei genitori (in particolare del padre) di Matteo Renzi, aprono un nuovo scenario futuro per quel che riguarda il ricorso dopo le condanne in primo grado. Quando deciso dal giudice di Firenze, infatti, conferma buona parte delle mini-inchieste fatte dal giornale sul caso delle false fatturazioni.

Le colpe dei padri

Si rinnova, dunque, il duello a distanza tra Il Fatto Quotidiano e Matteo Renzi. Nel suo editoriale, Travaglio ha provato ad andare in punta di penna sottolineando come l’ex presidente del Consiglio non abbia avuto nessun ruolo in questa indagine e processo, ma alla fine non poteva che andare a sottolineare come le querele non potessero che finire male.

(foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI + Daniela Parra Saiani/Pacific Press via ZUMA Wire)

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