Secondo Travaglio Anastasiya sui 70mila euro è più credibile di Salvini sul Mes
05/12/2019 di Gaia Mellone
Cosa hanno in comune Anastasiya Kylemnyk, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Claudio Scajola e Sara Tommasi? Secondo Marco Travaglio, «gli insaputismi». Tutti i citati infatti parlano di fatti accaduti a loro di cui non sapevano assolutamente nulla, e in uno scenario di inverosimiglianza, ad essere più credibile è la fidanzata di Luca Sacchi.
Secondo Travaglio Anastasiya sui 70mila euro è più credibile di Salvini sul Mes
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L’alibi di Anastasiya Kylemnyk, che ha dichiarato di non sapere che nel suo zainetto c’erano 70mila euro, è comunque più credibile di Matteo Salvini che «in 26 riunioni non s’era accorto del Mes»: il suo ignorare impallidisce di fronte a quello di Anastasiya. A scriverlo è Marco Travaglio, che traccia un riassunto degli «insaputismi» più celebri del nostro Paese. Come non citare Claudio Scajola che si dimise dopo che emerse che l’affitto della sua casa fronte Colosseo, che credeva essere pari ai 600 che sborsava di tasca propria, veniva ampiamente pagato da altri «a sua insaputa». Travaglio però non risparmia nemmeno Matteo Renzi: l’ex segretario del Pd viene bacchettato dal giornalista per aver fatto lo gnorri sulle inchieste e sulle perquisizioni non solo della fondazione Open, ma anche di altre società che con lui hanno a che fare direttamente o indirettamente. La scusa del leader di Italia Viva, scrive Travaglio, è gridare al lupo: «Se quello che viene contestato a Conte (in riferimento alla questione Alpa, ndr) fosse stato contestato a me, i 5Stelle chiederebbero le dimissioni». Un paragone che secondo Travaglio non ha base per esistere: sia perché Conte ha spiegato a Le Iene, sia perché Renzi ha dichiarato di «non sapere quello che è successo tra Conte e Alpa». «Se non lo sa, come può fare paragoni con quello che viene contestato a lui?» scrive Travaglio, aggiungendo che «Conte, Alpa e nessun loro amico o parente sono indagati» mentre «Renzi ha padre e madre condannati in primo grado e tutti i fedelissimi indagati e/o imputati». «Un caso di insaputismo ancor più spudorati di quello di Scajola – continua- che almeno mentiva sul merito della casa e del prodigioso finanziamento alle sue spalle». Matteo Renzi invece «nel merito non entra mai, agevolato dalla stampa più serva del mondo» che non gli pone domande. Un modus operandi che potrebbe piacere anche a Sara Tommasi che, sul famoso abuso di droghe e sul porno girato a sua insaputa, disse che «è colpa delle entità aliene che mi hanno impiantato un microchip nel cervello». E secondo Travaglio, è «strano che non abbia ancora aderito ad Italia Viva».
(credits immagine di copertina:Daniela Parra Saiani/Pacific Press via ZUMA Wire)