Quando il trash è stato sdoganato e perché proprio grazie ai social network?

Quand'è che il trash è diventato 'cosa di tutti'? Proviamo a scoprirlo grazie all'esempio di Filippo, admin di trashbiccis, analizzando quali siano i limiti e quali le opportunità per chi gestisce una pagina Instagram come la sua

26/08/2023 di Giorgia Giangrande

La tv spazzatura. Così è sempre stata definita la proposta dei programmi televisivi che andava nella direzione dell’intrattenimento, che mette in mostra la parti più leggere dell’essere umano e delle sue molteplici sfumature nei rapporti interpersonali. Quell’intrattenimento che, nella maggior parte dei casi, coincide con i reality show. Ma non solo. Il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi, La Talpa, Ciao Darwin, Uomini e Donne. Format televisivi che, in alcuni casi, durano ancora oggi ma che, un tempo, erano riservati alla sola nicchia di chi non disdegnava un po’ di leggerezza. Come siamo arrivati allora al successo nazional popolare di Temptation Island? Anche attraverso l’attività di pagine Instagram come quella di Trashbiccis.

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Il trash durante la pandemia: la crescita di Trashbiccis

La maggior parte delle pagine trash sono cresciute durante la pandemia di Covid-19, quando tutti trascorrevamo più tempo con i nostri smartphone, ma anche quando il palinsesto delle principali emittenti televisive – per forza di cose – era scarno di novità. Dunque, non è vera l’affermazione che pagine come trashbiccis abbiano necessariamente bisogno di produrre contenuti legati ai programmi televisivi per «andare avanti». Il trash è nella vita di tutti i giorni e questo lo dimostrano anche pagine come Welcome To Favelas o claim come «Cosa memiamo a fare?».

L’uomo che urla dal balcone «Ce la faremo» in pieno lockdown, l’uomo che viene rincorso sulla spiaggia della riviera romagnola durante una corsa in un orario non consentito. Forse stiamo iniziando a dimenticarcene, ma durante abbiamo assistito – tramite i nostri smartphone e grazie alle pagine social d’intrattenimento – a cose che hanno dato vita a un “palinsesto” all’altezza di qualsiasi emittente televisiva.

Le pagine Instagram possono usare foto e video di programmi televisivi?

Alla luce di ciò, sostenere che la tv e i social network siano legati da un’interdipendenza è parzialmente errato. Non sempre, dunque, i social hanno bisogno della tv. Forse, il contrario è più vero. Sempre più spesso capita infatti che l’interfaccia dei programmi televisivi in onda in prima serata abbia i banner con l’invito a commentare sui social rivolto ai telespettatori.

Questo bisogno dei social network da parte delle reti televisive, però, come si concilia con la questione copyright? Un caso di qualche anno fa con una nota pagina di trash dimostra come, se vuole, la rete televisiva può avvalersi della legge sul diritto d’autore per contestare alle pagine Instagram la pubblicazione di clip «rubate» dalle sue trasmissioni e caricate organicamente sui loro profili.

 

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Di fatto, dunque, non sarebbe possibile pubblicare foto e video estrapolati dai siti ufficiali delle reti televisive, ma le reti televisive hanno silenziosamente bisogno che ciò avvenga. Un tacito consenso, almeno per adesso.

I VIP e il loro bisogno delle pagine trash, le pagine trash e il loro bisogno dei VIP

Quando si parla di consenso legato alle pagine trash come quella di Trashbiccis, non possiamo citare i suoi molteplici contatti, interazioni e following-back con decine di profili legati al mondo degli influencer, dello spettacolo, della musica e del cinema. Filippo, admin della pagina, ha più volte manifestato pubblicamente gli scambi con Tommaso Zorzi, Elettra Lamborghini, Taylor Mega. Tra i tanti profili verificati che lo seguono e che interagiscono la pagina, possiamo citare Fedez, Sabrina Ferilli, Mara Venier, Andrea Zelletta, Giulia Salemi.

Allo stesso modo dei programmi televisivi, dunque, anche i personaggi che orbitano introno alla televisione hanno bisogno delle pagine trash: per capire cosa funziona, cosa è mainstream, di cosa si sta parlando. D’altronde, non è difficile intuire che un profilo la cui portata supera i 500 mila followers abbia un potere d’influenza determinante su un fatto, una notizia, un nome.

 

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