Anche la transizione digitale delle Pmi non sta decollando

Nel 2023 il 60,7% di imprese con 10-249 addetti si colloca a un livello base di digitalizzazione, ma la situazione diventa più complessa quando i livelli di digitalizzazione si alzano

22/12/2023 di Gianmichele Laino

Quando si parla di transizione digitale, non si può affatto escludere il tessuto imprenditoriale e aziendale italiano. Che, come è noto, è tenuto in vita da quella brulicante realtà rappresentata dalle piccole e medie imprese. Per questo, nell’analisi della digitalizzazione e della diffusione delle competenze di questo tipo nel panorama nazionale è stato preso in considerazione, anche nello studio dell’Istat, il livello di alfabetizzazione digitale delle PMI. E il risultato non è stato particolarmente positivo, dal momento che l’istituto di statistica ha fotografato una situazione del tutto simile a quella dell’ultima rilevazione.

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Transizione digitale PMI, perché siamo fermi

Il problema è che c’è sempre una certa distinzione e una certa forbice tra le piccole e medie imprese e le aziende più grandi, con più di 250 dipendenti. Mentre in queste ultime le competenze digitali (anche di tipo più avanzato) vengono ormai date per scontate anche in Italia, le piccole e medie imprese fanno ancora molta fatica ad avere delle figure che possano essere profilate in tal senso. Ci sono due dati che ci danno la corretta dimensione della questione: le competenze digitali che richiedono una più alta settorializzazione sono presenti nel 25,7% delle PMI italiane (dato molto deludente); al contrario, è del 46,8% la quota di PMI in cui almeno il 50% dei dipendenti ha la possibilità di accedere a internet e di lavorare con internet.

Sulle 12 attività che completano il pacchetto di competenze digitali di base (qui abbiamo definito cosa intendiamo), le PMI che presentano almeno 4 attività coperte dai loro dipendenti sono il 60,7%. Sebbene si parli di tessuto produttivo e – almeno in teoria – di buona specializzazione anche nell’impiego delle nuove tecnologie, non siamo nemmeno prossimi a quella quota del 90% che l’Unione Europea ha fissato come obiettivo. Da questo punto di vista, piani di educazione digitale e di sensibilizzazione su questi temi potrebbero essere utili, anche se l’Italia – vista la sua percentuale sulla digitalizzazione di base – non sembra essere poi così distante dagli altri Paesi dell’Unione. In tutti gli stati comunitari, infatti, la percentuale di PMI con digitalizzazione di base ed elementare è di oltre cinque punti sotto il livello italiano, attestandosi a una quota del 55%.

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