Tinder, due generazioni a confronto: l’identikit dell’utente Millennial e Gen Z

Tinder, l'applicazione per conoscere persone online e per incontrarle e condividere esperienze offline, compie dieci anni. Ma come è cambiata l'applicazione e soprattutto il modo di utilizzarla da una generazione all'altra?

30/11/2022 di Giordana Battisti

Tinder è l’applicazione generalmente utilizzata per conoscere persone online e per incontrarle e condividere esperienze offline.

L’applicazione è nata nel 2012 e nel corso degli anni si è evoluta, introducendo nuove funzionalità e adeguandosi ai cambiamenti della società, e ha cambiato anche il modo in cui le persone più giovani si incontrano e vivono le relazioni.

Lo swipe di Tinder, cioè la modalità attraverso cui l’utente seleziona le persone che gli potrebbero interessare, è diventato quasi un simbolo conosciuto a livello globale di quello che dieci anni fa era un nuovo modo di instaurare rapporti o conoscenze. Inizialmente proprio lo swipe poteva essere considerato una metafora della velocità e della conseguente facilità attraverso cui si potevano conoscere nuove persone, incontrarle al più presto e poi tornare a “fare swipe” per conoscerne ancora di nuove.

Parlando con una persona che appartiene alla Generazione Y, più nota come quella dei Millennials, ho potuto ottenere una testimonianza diretta di come all’inizio l’esperienza su Tinder era limitata al semplice “fare swipe” basato sull’apparenza, quindi sulla foto scelta dall’utente, e che finiva per diventare quasi un automatismo. Nel corso degli anni, Tinder ha aggiunto sempre nuove funzionalità che permettessero agli utenti di esprimere la propria personalità anche indicando le proprie canzoni preferite, per esempio, e avvicinando sempre di più l’applicazione ai social network più noti e utilizzati. Inoltre, Tinder ha accolto gli utenti appartenenti alla Generazione Z che hanno portato con sé delle nuove consapevolezze, spesso acquisite attraverso l’attività di divulgazione di alcuni creators su TikTok e dei nuovi modi di vivere le relazioni. La GenZ è infatti nota per utilizzare TikTok quasi come un motore di ricerca alternativo a Google e su TikTok trovano utenti che condividono le proprie esperienze personali, danno consigli e creano anche i cosiddetti trend che modificano il modo in cui si parla generalmente delle relazioni, per esempio il termine inglese “red flag”, cioè “bandiera rossa”, che viene utilizzato per indicare alcuni aspetti problematici del comportamento di qualcuno che si frequenta.

Le indagini più recenti condotte dal team di Tinder sembrano confermare delle tendenze inverse rispetto a quelle della generazione precedente, complice anche l’esperienza della pandemia.

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Una delle tendenze dell’ultimo anno: la Generazione Z e la situationship

Più della metà degli iscritti su Tinder ha tra i 18 e 25 anni e una delle tendenze emerse nel corso dell’ultimo anno è la cosiddetta situationship, un termine che indica un rapporto a metà tra una relazione sentimentale convenzionale e un’amicizia. La situationship è quindi un modo per i giovani di vivere una relazione romantica ma libera da definizioni troppo stringenti o da regole. Su Tinder, per esempio, c’è stato un aumento del 49% nelle menzioni nelle biografie degli utenti di questo termine, segno che molti utilizzano Tinder al fine di stabilire una frequentazione di questo genere con qualcuno. Dai dati raccolti tramite un sondaggio interno all’applicazione tra i membri di età compresa tra i 18 e i 24 anni in Inghilterra, Stati Uniti e Australia a ottobre 2022 è emerso che un utente su dieci afferma di essere alla ricerca di una relazione di questo genere per vivere le relazioni in maniera più serena e tranquilla.

Anche l’ex amministratrice delegata di Tinder, Renate Nyborg, aveva parlato in un’intervista a Fortune di un fenomeno che caratterizza il modo della Generazione Z di utilizzare Tinder e quindi di intraprendere nuove frequentazioni, il cosiddetto slow dating: il fenomeno per cui gli utenti trascorrono molto tempo a parlare, scambiarsi foto e in sostanza a frequentarsi sui social prima di decidere di incontrarsi dal vivo. Probabilmente si tratta di un fenomeno collegato anche all’esperienza della pandemia e soprattutto del lockdown, che per Tinder è stato un «vero rompighiaccio». Durante la pandemia Tinder ha superato i 3 miliardi di swipe in un giorno, quindi ha reso la funzione Passport gratuita per tutti gli utenti per permettere loro di stabilire nuove conoscenze in tutto il mondo. Anche le videochiamate all’interno dell’applicazione e la verifica delle foto vengono lanciate in tutto il mondo per rendere gli appuntamenti da casa più autentici e sicuri.

Come è cambiato il rapporto delle persone con Tinder nel corso del tempo? Risponde Valeria Montebello

Valeria Montebello, giornalista e autrice del podcast Il sesso degli altri, in cui si interroga con ironia su temi come sesso, ruoli di genere e femminismo, attraverso il racconto della sua storia con Luca, un ragazzo conosciuto su Tinder. «I trentenni come me vivono in bilico fra due mondi», spiega Montebello, «quando avevamo 20 anni ci si trovava nei locali e si aveva a che fare con una limitata cerchia di persone, il massimo erano gli squilli e MSN. Quindi, e anche nel podcast ne parlo, i trentenni si sono ritrovati in un mondo di approcci virtuali, fra dating e sexting, al quale non erano abituati e non essendo nativi come la Generazione Z, sono un po’ boomer e goffi». Le persone che fanno parte della Generazione Z sono note come “nativi digitali” e per loro «l’approccio dal vivo è un’opzione come le altre, sicuramente la meno praticata», dice Montebello. Ho chiesto anche a Montebello se è vero che la Generazione Y cercava solo relazioni “usa e getta” su Tinder e sulle altre app di appuntamenti, mentre la generazione successiva sembra almeno volersi spingere alla ricerca di una cosiddetta situationship. Montebello spiega che «le relazioni usa e getta sono ancora il core business delle app di incontri» anche se capita molto spesso di restare in contatto o avere delle relazioni non impegnative con molte persone diverse. Montebello introduce nella riflessione il fenomeno sempre più diffuso del ghosting: che consiste nell’«uscire con una persona conosciuta online e poi sparire senza dare spiegazioni, magari anche bloccare sui social per non ricevere domande». «Ci piace usare termini in inglese per descrivere le cose e farle diventare delle patologie ma le persone non hanno iniziato ora a sparire dopo qualche appuntamento», dice Montebello, e racconta un caso diventato famoso negli Stati Uniti, quello di Caleb. «Una tiktoker ghostata da questo ragazzo, Caleb, ha fatto un video sui social dove descriveva come l’aveva trattata. Dopo di lei molte ragazze trattate allo stesso modo da questo ragazzo, a questo punto un “ghostatore seriale” l’hanno seguita e hanno fatto altri video con nome e cognome del malcapitato. Morale? Una caccia alle streghe e questo Caleb penso non abbia avuto più un appuntamento in vita sua».

Insomma, quello di Tinder può sembrare un mondo complesso, ma a essere complesse sono i modi in cui le persone si rapportano e le relazioni stesse. Il filo che lega la generazione Z, l’utilizzo di Tinder e la pandemia sembra essere quello della solitudine, un tema che compare in molti articoli che riguardano questo argomento e che si trovano online. In realtà possono esserci motivi diversi che spingono qualcuno a utilizzare Tinder e ci sono modi diversi di utilizzare Tinder, appunto. Spesso quello che spinge a scaricare l’applicazione è la semplice curiosità di vedere come funziona il mondo dell’online dating e quali sorprese specifiche riserva. Una delle persone con cui ho parlato ha scaricato Tinder per svago durante la pandemia, spinta appunto dalla curiosità di conoscere persone nuove ma con la volontà di procedere con più calma, slow dating, appunto. Dopo questo periodo di frequentazione online che ha attraversato vari gradi, prima Tinder, poi Instagram e WhatsApp, il match è diventato una relazione stabile. Altri lo utilizzano effettivamente per svago, per conoscere qualcuno con cui condividere una bella serata ed escludono di trovare tramite Tinder qualcuno per stabilire una relazione che vada oltre la situationship.

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