Le voci sull’accordo da 275 miliardi di dollari tra Apple e la Cina

Lo avrebbe firmato Tim Cook a Pechino nel 2016 e avrebbe avuto una durata di 5 anni: lo riporta la rivista specializzata in tecnologia The Information

08/12/2021 di Gianmichele Laino

La rivelazione arriva direttamente da una testata specializzata americana in temi di digitale e innovazione tecnologica. The Information – fondato da Jessica E. Lessin nel 2013 – ha avuto modo di accedere a fonti dirette e di avere lettura dei documenti ufficiali in relazione a un presunto accordo di Tim Cook in Cina. Il numero uno di Apple sarebbe stato molto preoccupato, nel 2016, per la cattiva pubblicità e la cattiva accoglienza sul mercato dell’azienda di Cupertino in Cina, ritenuta da sempre una delle nazioni su cui l’investimento tecnologico ritorna sempre. Il fatto che Apple, in quella fase, abbia fronteggiato delle resistenze in relazione ad alcuni suoi servizi come iCloud o come l’App store, è sicuramente corrispondente alla realtà. Come per tutti gli altri Big Tech americani, infatti, Pechino era in una fase piuttosto guardinga e protezionistica, con il governo cinese preoccupato soprattutto a spingere le sue aziende. Tuttavia, la mediazione di Tim Cook lo avrebbe portato in Cina nel 2016 proprio per firmare un accordo con i funzionari del governo locale. Non pochi spiccioli: la portata del deal indicata da The Information dovrebbe essere stata di ben 275 miliardi di dollari. 

LEGGI ANCHE > Tim Cook contro Facebook: «Gli algoritmi nutrono cospirazioni»

Tim Cook in Cina e la firma di un accordo per tutelare Apple

In seguito alla firma di quell’accordo – molto agile, dovrebbe essere stato di 1250 parole, secondo la testata che ha avuto accesso al documento – Apple avrebbe risolto i suoi problemi in Cina per una durata di cinque anni (dunque dal 2016 al 2021) e in cambio avrebbe annunciato molti più investimenti nell’economia locale: a livello di componentistica dei suoi dispositivi, ad esempio, ma anche puntando su delle aziende tecnologiche locali e sulle start-up.

Nell’accordo, oltre ai termini sin qui descritti, anche una partnership con le università locali e Apple, in modo tale da far emergere i più promettenti talenti dell’industria tecnologica. Secondo The Information, l’accordo sarebbe stato firmato da Tim Cook in persona nel distretto di Zhongnanhai, dove ha sede il quartier generale del Partito Comunista cinese.

Sicuramente, al momento, il mercato di Pechino rappresenta uno degli sbocchi più floridi per l’azienda della mela morsicata. Tuttavia, la tenuta delle relazioni internazionali – riporta sempre The Information – sarebbe fortemente condizionata dalla presenza di Tim Cook ai vertici dell’azienda. Il CEO, infatti, ha condotto diverse operazioni di diplomazia industriale in prima persona e Apple potrebbe trovarsi ad affrontare problemi se, un giorno, il co-fondatore di Apple dovesse passare la mano.

Foto IPP/zumapress Apple

Share this article
TAGS