Tim Cook ha basato tutta la difesa di Apple contro Epic Games sulla privacy

Nel processo digitale del secolo, la questione è stata spostata sulla sicurezza degli utenti

24/05/2021 di Redazione

Lo hanno definito il processo digitale dell’anno. Quello di Epic Games contro Apple, indubbiamente, mette in evidenza potenziali discrasie tra uno dei giganti della tecnologia mondiale, capace di rivoluzionare completamente il nostro rapporto con lo smartphone, e l’azienda dei videogame che più di tutti, in questi ultimi anni, ha avuto un impatto sulle nuove generazioni grazie soprattutto all’esplosione di Fortnite. Nei giorni scorsi, c’era molta attesa per le testimonianze dei due Tim – Tim Sweeney, CEO di Epic Games, e Tim Cook, CEO di Apple – con alcuni risvolti importanti per l’esito del processo che sono emersi proprio durante la presenza del numero uno della mela in tribunale.

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Tim Cook testimonia al processo contro Epic Games

Yvonne Gonzalez-Rogers, giudice del processo, ha avuto modo di insistere in maniera particolare su un aspetto messo in evidenza da Tim Cook, aiutato anche dagli avvocati dell’azienda di Cupertino. L’esclusione di Epic Games dall’Apple Store – dovuta a una sorta di espediente degli ideatori di Fortnite per ottenere ricavi senza commissioni a favore di Apple – è stata motivata con ragioni legate alla privacy. Così come alla privacy veniva imputato il concetto stesso di divieto di vendite di terze parti all’interno dello stesso Apple Store (elemento che aveva causato proprio l’esclusione di Epic Games dal negozio di applicazioni di Cupertino).

Secondo Tim Cook, la difesa degli utenti e la protezione dei loro dati – che sta alla base della scelta di Apple di gestire in autonomia anche le app che riguardano giochi online – è una scelta non derogabile per la casa di Cupertino. Una tesi che non sembra aver convinto del tutto il giudice del processo, che ha sottolineato la disparità di trattamento tra le percentuali sulle app di giochi e quella sulle altre applicazioni. La replica di Tim Cook, da questo punto di vista, non chiude completamente la questione: «L’intero ammontare del commercio sullo store è merito nostro, e lo facciamo portando il più vasto pubblico possibile. Lo facciamo con molte app gratuite, mettendo a disposizione tutto quanto possibile».

 

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