Anche l’Italia è pronta a bandire TikTok per i dipendenti della Pubblica Amministrazione?

Il Ministro della PA, Paolo Zangrillo, ha detto che il tema è sul tavolo e una decisione potrebbe arrivare nel corso di questa settimana

28/02/2023 di Enzo Boldi

Prima gli Stati Uniti (seguiti a ruota anche dal Canada), poi l’Unione Europea. Una lunga serie di decisioni che, ben presto, potrebbero portare anche a conseguenze nel nostro Paese. Perché dopo il provvedimento preso dalla Commissione UE – parlando dell’obiettivo di ridurre al minimo i rischi in termini di cyber security -, lo spettro di TikTok vietato anche in Italia (riferendosi esclusivamente ai dispositivi “di lavoro” registrati dai dipendenti della Pubblica Amministrazione) si sta facendo sempre più reale. A parlarne, nei giorni scorsi, è stato proprio Paolo Zangrillo, senatore e Ministro della PA del governo Meloni.

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Nel corso di questa settimana è previsto un vertice istituzionale su questo argomento e una decisione sarà presa a stretto giro. Perché la mossa fatta dalla Commissione UE richiede un’analisi repentina per decidere se seguire l’esempio di Bruxelles oppure una reazione differente rispetto all’ipotesi di un TikTok vietato in Italia per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Sembra che, dunque, non si attenderà l’esito dell’indagine avviata dal Copasir – il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica – all’inizio di gennaio, ma lo stesso organo parlamentare (presieduto da Lorenzo Guerini) potrebbe interloquire con l’esecutivo per rendere nota i dettagli di quanto emerso finora in merito alla gestione e al trasferimento dei dati degli utenti che utilizzano l’app di social networking.

TikTok vietato in Italia, cosa potrebbe succedere

E che qualcosa stia bollendo nel pentolone di Palazzo Chigi è cosa nota da alcuni giorni. Anzi, proprio dalle ore successive alla comunicazione ufficiale della Commissione Europea che ha deciso di vietare l’installazione e l’utilizzo di TikTok sui dispositivi aziendali (e personali se registrati come “strumento di lavoro”) dei dipendenti dell’Unione Europea. Perché in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il Ministro della Pubblica Amministrazione (il senatore Paolo Zangrillo) ha detto che il tema è già sul tavolo. Non solo del suo dicastero, ma anche del governo.

«Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea». 

Il tavolo istituzionale di lavoro porterà a una decisione a breve. La spinta della decisione della Commissione Europea ha, dunque, accelerato l’esigenza di dare una risposta. Questo, almeno per il momento, non vuol dire che il sillogismo di TikTok vietato in Italia per i dipendenti della Pubblica Amministrazione per via della decisione UE sia matematico. Certamente, oggi molto più delle precedenti occasioni, il rischio è molto reale.

La posizione di TikTok

Per il momento, l’azienda che gestisce la piattaforma social amata dalla Gen Z (ma anche da molti politici che hanno spostato parte della loro campagna elettorale perenne su TikTok) ha commentato solamente la decisione presa dalla Commissione Europea, giudicandola sbagliata e figlia di pregiudizi sulla gestione e trasferimento dei dati personali degli utenti. Per quel che riguarda un possibile provvedimento simile anche in Italia non sono ancora state rilasciate dichiarazioni ufficiali. Difficile che a quel tavolo citato da Paolo Zangrillo saranno invitati anche i vertici o i rappresentati di TikTok per interloquire e verificare le “accuse”.

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