La storia di Truth Social potrebbe rivelarci perché Trump tornerà su Facebook

Nessuno ha la palla di vetro, certo, ma la storia e i numeri di Truth Social potrebbero darci indizi importanti

27/01/2023 di Redazione Giornalettismo

Meta ha deciso di riammettere Donald Trump su Facebook e Instagram. La decisione arriva – considerato anche che la sospensione prevedeva una rivalutazione a gennaio 2023 – un paio di mesi dopo che Twitter ha riammesso il tycoon a cinguettare. La decisione è stata presa – come comunicato da Meta – per «non intralciare il dibattito politico degli Stati Uniti» dopo che Trump ha deciso di candidarsi nuovamente alle presidenziali del 2014. Gli account Facebook e Twitter di Donald Trump, quindi, torneranno ad essere attivi nel giro di qualche settimana. Questa è la sola informazione certa e – al netto della possibilità di farlo – non è dato sapere se Donald Trump tornerà a twittare e a scrivere post sui social di Meta. Possiamo provare ad analizzare la situazione, comunque, anche a partire dalla storia di Truth Social – piattaforma che porta la firma di Donald Trump – tra numeri, azioni e insuccessi.

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Numeri e dati di Truth Social

Dell’insuccesso di Truth Social a livello di numeri su Giornalettismo avevamo già parlato, un insuccesso già annunciato da quella fatica ad ingranare sin dai suoi inizi. Polemiche, problemi tecnici, dimissioni dei dirigenti, debiti e troppi pochi follower con anche tanta rabbia da parte di Trump che, a un certo punto, aveva anche deciso di non postare più sulla sua stessa piattaforma fino al momento del decollo. Da quanto è online Truth Social? Dallo scorso 21 febbraio.

Poco meno di un anno dopo, il social network si trova al 57esimo posto nella classifica delle app di social networking sull’App Store e conta oltre 500 mila download su Play Store. A livello di punteggio, nel primo caso segna 4,5 stelle e nel secondo 3,4 stelle. Dal punto di vista dei problemi finanziari, a sei mesi dal debutto la piattaforma avrebbe bloccato i pagamenti alla società che la ospita (RightForge), rimanendo pendente per 1,6 milioni di dollari (numeri frutto di un’inchiesta di FoxBusiness). I pagamenti effettuati sarebbero stati solo tre, interrotti già lo scorso marzo.

Volendo quantificare anche i pochi follower, lo si vede anche dal numero di seguaci: su Twitter erano 79 milioni, su Truth Social si sono fermati a circa 4 milioni. E se dopo sei mesi di vita Truth Social era solo al 30esimo posto nella classifica della app social scaricate sugli iPhone, quel 57esimo posto che abbiamo già segnalato nella giornata di oggi la dice lunga. Va considerata anche la decisa impennata del numero di follower di Donald Trump, che con la notizia della sua riammissione è arrivato a toccare (come verificabile sul suo account oggi) gli 87,7 milioni di seguaci.

Questi sono numeri che, sommati a quelli che Trump ha sulle piattaforme di Meta (34 milioni su Facebook e 23,4 milioni su Instagram), difficilmente potranno essere ignorati per un candidato alla prossime presidenziali che vuole fare una campagna elettorale efficace.

La storia di Truth Social racchiude il perché tornerà

La fatica di Truth Social a decollare è proprio la ragione per la quale ha senso ipotizzare un ritorno suo social classici da parte di Donald Trump. In che modo e maniera ancora non è dato saperlo ma, visti i numeri e la storia della sua piattaforma, è molto probabile che – con l’avvicinarsi delle elezioni 2024 e la necessità sempre più impellente di raggiungere quanti più cittadini americani e del mondo possibili così da far parlare di sé – la questione venga quantomeno esaminata dal tycoon e dal suo staff.

La visibilità, al di là dei contenuti, in politica significa davvero tanto e difficilmente un candidato esperto come Donald Trump – pur volendo tenere il punto dopo i ban ricevuti – rimarrà fermo sulla sua posizione senza cambiare idea. Staremo quindi a vedere i prossimi sviluppi.

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